mercoledì , Gennaio 22 2025

I distretti turistici e l’obbligo della speranza

I distretti turistici e l’obbligo della speranza.
enna nietta bruno bannataCompletate le esequie, di alcune Province siciliane resteranno solamente alcuni ricordi.
Sulla qualità di tali ricordi non conviene attardarsi, ma sulle eredità di ciascuna di esse, debiti compresi, e sulla loro trasformazione e gestione futura avremmo dovuto tempestivamente aprire dibattiti all’interno delle comunità locali interessate.
Invece, abbiamo assecondato le ansie pseudo-rivoluzionarie di quanti, per rinforzare la loro tremolante immagine, dovevano tagliare il traguardo della prima regione abolizionista e, quindi, della “più virtuosa” nel turbinio agonistico dei tagli alla spesa pubblica, oggi tanto di moda!
Cosa resterà a presidio dei nostri territori slabbrati e chi garantirà l’interlocuzione democratica dei cittadini con le residue istituzioni pubbliche non è dato saperlo. I nuovi “liberi consorzi di comuni”(se ne prevedono almeno venti) si assembleranno rispondendo a criteri opportunistici, riproporranno gli schemi burocratici che hanno condotto al fallimento la nostra regione e confermeranno il potere delle caste. Basti pensare che gli organismi dirigenziali dei liberi consorzi verranno eletti dalle assemblee dei soci e non dai cittadini. Sui criteri che verranno adottati per l’accorpamento dei comuni si sono aperte profonde voragini, di certo non si terrà conto di quisquilie come il rispetto della memoria, del “genius loci”e della compatibilità dei comuni da consorziare!
In una regione che sembra aver finalmente scoperto e sottoscritto la sua vocazione turistica, stando almeno ai proclami dell’ultimo quinquennio, i distretti turistici potrebbero assurgere a ultime roccaforti dello smembrato regno, potrebbero rappresentare un nuovo metodo di interpretazione delle istanze del proprio territorio, ma dovranno, come antichi eroi, difendere la propria autonomia e affrontare le resistenze di apparati che li vorrebbero asserviti o sconfitti. Alcune prove sono state superate: le iniziali-inique parcellizzazioni, i ritardi nella predisposizione e nella pubblicazione dei bandi dedicati ai distretti, i ritardi nell’esame dei progetti presentati, ma, soprattutto, il tentativo di vanificarne l’immagine e il significato utilizzando l’autolesionistica arma della diffidenza.
La prassi sicula della diffidenza ben si radica sulla nostra naturale propensione all’inerzia, ma é anche la madre di tutte le battaglie perdute, quindi é un lusso che non possiamo più permetterci!
A causa della crisi che ha aggredito il nostro paese anche la speranza è diventata un imperativo categorico al quale non possono sottrarsi i cittadini di buona volontà.
Non è più il tempo di scetticismi e di davanzali di finestre sui quali affacciarsi per stare a guardare le insipienze altrui.
Il turismo è una risorsa irrinunciabile, è il primo settore dell’economia mondiale, ha rivelato nel tempo uno stretto rapporto con le risorse territoriali, ma proprio per questa forte relazione con lo sviluppo economico necessita di opportune cure e di approfondimenti continui.
Con l’umiltà dei grandi bisogna comprendere la necessità della formazione degli addetti, bisogna studiare le trasformazioni internazionali del settore, stabilire alleanze e giusti collegamenti, individuare le proprie lacune per affrontare con dignità le sfide di mercati più maturi, più avanzati.
Il compito dei distretti turistici siciliani, in una regione che ha dissipato fondi ed energie con una errata e spesso inesistente programmazione turistica, è quello di ritessere la trama divenendo veri e propri laboratori di ricerca e di proposizione.
Vinceranno la scommessa i distretti che sapranno individuare gli strumenti per muoversi da una cultura all’altra, da un universo di senso ad un altro, che sapranno individuare la propria “mercanzia” più appetibile e renderla unica nello scenario dell’offerta turistica internazionale.
Nell’ultimo rapporto del Touring si legge: “Se l’Italia credesse di più nel turismo, sarebbe un paese migliore”. Ed è vero.

Nietta Bruno

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