sabato , Febbraio 8 2025

11 luglio: San Benedetto da Norcia, Abate

Chi vuol goder la festa – digiuni la vigilia
S. Benedetto, Fondatore del monachesimo occidentale. Comincio con una parola di S. Gregorio Magno, che scrive di san Benedetto: “L’uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non rifulse meno per l’eloquenza con cui seppe esporre la sua dottrina” (Dial.II, 36). Queste parole il grande Papa scrisse nell’anno 592; il santo monaco era morto appena 50 anni prima ed era ancora vivo nella memoria della gente e soprattutto nel fiorente Ordine religioso da lui fondato. S. Benedetto da Norcia con la sua vita e la sua opera ha esercitato un influsso fondamentale sullo sviluppo della civiltà e della cultura europea. La fonte più importante sulla vita di lui è il secondo libro dei Dialoghi di S. Gregorio Magno. Non è una biografia nel senso classico. Secondo le idee del suo tempo, egli vuole illustrare mediante l’esempio di un uomo concreto – appunto di san Benedetto – l’ascesa alle vette della contemplazione, che può essere realizzata da chi si abbandona a Dio. Quindi ci dà un modello della vita umana come ascesa verso il vertice della perfezione. San Gregorio Magno racconta anche, in questo libro dei Dialoghi, di molti miracoli compiuti dal Santo, ed anche qui non vuole semplicemente raccontare qualche cosa di strano, ma dimostrare come Dio, ammonendo, aiutando e anche punendo, intervenga nelle concrete situazioni della vita dell’uomo. Vuole mostrare che Dio non è un’ipotesi lontana posta all’origine del mondo, ma è presente nella vita dell’uomo, di ogni uomo. Questa prospettiva del “biografo” si spiega anche alla luce del contesto generale del suo tempo: a cavallo tra il V e il VI secolo il mondo era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni, causata dal crollo dell’Impero Romano, dall’invasione dei nuovi popoli e dalla decadenza dei costumi. Con la presentazione di san Benedetto come “astro luminoso”, Gregorio voleva indicare in questa situazione tremenda, proprio qui in questa città di Roma, la via d’uscita dalla “notte oscura della storia” (cfr Giovanni Paolo II, Insegnamenti, II/1, 1979, p. 1158). Di fatto, l’opera del Santo e, in modo particolare, la sua Regola si rivelarono apportatrici di un autentico fermento spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben al di là dei confini della sua Patria e del suo tempo, il volto dell’Europa, suscitando dopo la caduta dell’unità politica creata dall’impero romano una nuova unità spirituale e culturale, quella della fede cristiana condivisa dai popoli del continente. È nata proprio così la realtà che noi chiamiamo “Europa”. La nascita di san Benedetto viene datata intorno all’anno 480. Proveniva, così dice san Gregorio, “ex provincia Nursiae” – dalla regione della Nursia. I suoi genitori benestanti lo mandarono per la sua formazione negli studi a Roma. Egli però non si fermò a lungo nella Città eterna. Come spiegazione pienamente credibile, Gregorio accenna al fatto che il giovane Benedetto era disgustato dallo stile di vita di molti suoi compagni di studi, che vivevano in modo dissoluto, e non voleva cadere negli stessi loro sbagli. Voleva piacere a Dio solo; “soli Deo placere desiderans” (II Dial., Prol 1). Così, ancora prima della conclusione dei suoi studi, Benedetto lasciò Roma e si ritirò nella solitudine dei monti ad est di Roma. Dopo un primo soggiorno nel villaggio di Effide (oggi: Affile), dove per un certo periodo si associò ad una “comunità religiosa” di monaci, si fece eremita nella non lontana Subiaco. Lì visse per tre anni completamente solo in una grotta che, a partire dall’Alto Medioevo, costituisce il “cuore” di un monastero benedettino chiamato “Sacro Speco” […]. Nell’anno 529 Benedetto lasciò Subiaco per stabilirsi a Montecassino…Secondo Gregorio Magno, l’esodo dalla remota valle dell’Anio verso il Monte Cassio – un’altura che, dominando la vasta pianura circostante, è visibile da lontano – riveste un carattere simbolico: la vita monastica nel nascondimento ha una sua ragion d’essere, ma un monastero ha anche una sua finalità pubblica nella vita della Chiesa e della società, deve dare visibilità alla fede come forza di vita. Di fatto, quando, il 21 marzo 547, Benedetto concluse la sua vita terrena, lasciò con la sua Regola e con la famiglia benedettina da lui fondata un patrimonio che ha portato nei secoli trascorsi e porta tuttora frutto in tutto il mondo. Nell’intero secondo libro deiDialoghi Gregorio ci illustra come la vita di san Benedetto fosse immersa in un’atmosfera di preghiera, fondamento portante della sua esistenza. Senza preghiera non c’è esperienza di Dio. Ma la spiritualità di Benedetto non era un’interiorità fuori dalla realtà. Nell’inquietudine e nella confusione del suo tempo, egli viveva sotto lo sguardo di Dio e proprio così non perse mai di vista i doveri della vita quotidiana e l’uomo con i suoi bisogni concreti. Vedendo Dio capì la realtà dell’uomo e la sua missione […]. Paolo VI, proclamando nel 24 ottobre 1964 S. Benedetto Patrono d’Europa, intese riconoscere l’opera meravigliosa svolta dal Santo mediante la Regola per la formazione della civiltà e della cultura europea. Oggi l’Europa – uscita appena da un secolo profondamente ferito da due guerre mondiali e dopo il crollo delle grandi ideologie rivelatesi come tragiche utopie – è alla ricerca della propria identità. Per creare un’unità nuova e duratura, sono certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità” (Insegnamenti, XIII/1, 1990, p. 58). Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero

Oggi si celebrano anche:
S. PIO I, Papa (140-155), martire
S. Marciano, Martire in Asia Minore († sec. III/IV)
S. Marciana di Cesarea di Mauritania, martire († 303 in pasto alle belve)
S. Leonzio II, Vescovo di Bordeaux († 530)
SS. Placido, martire, e Sigisberto, abate († sec. VII)
S. Abbondio, Presbitero e martire a Cordoba († 854)
S. Olga di Kiev (890-969), Granduchessa (zia di S. Vladimiro)
BB. Tommaso Benstead e Tommaso Sprott, Presbiteri e martiri in Inghilterra († 1600)
BB. Rosalia Clotilde, Maria Elisabetta, Maria Chiara, Maria Margherita, Vergini e martiri († 1794)
SS. Anna An Xinzhi, Matia An Guozhi, Anna An Jiaozhi e Maria An Lihua, Vergini e martiri († 1900)

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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!

almanacco del giorno^^^

compleanni

1934 Giorgio Armani
1959 Suzanne Vega
1978 Massimiliano Rosolino

proverbio
Il lusso è il peggior diavolo del matrimonio

accadde oggi
1899 nasce a Torino la Fiat

frase celebre
“In una parola, in tre quarti degli uomini c’è come un poeta che muore giovane, mentre l’uomo sopravvive”
Sainte-Beuve, Critiche e ritratti letterari

consiglio
Scarpe spellate
Se le scarpe sono così spellate che il lucido non prende, strofinatele con un pezzo di patata cruda o con dell’alcol denaturato prima di lucidarle.

cosa vuol dire
Mettere i puntini sulle i
Essere molto preciso, scrupoloso, pignolo, fare delle precisazioni
L’origine del modo di dire è correlato alla storia della scrittura. La grafia classica gotica mostrava difficoltà nell’atto di individuare le lettere i, m, ed u, fatte di tratti verticali per lo più simili. Con la diffusione della stampa si introdusse la pratica di mettere una specie di accento acuto sulla i, poi diventato un puntino, per rendere questa lettera rapidamente leggibile. Questa distinzione, all’inizio, fu ritenuta un eccesso di pignoleria.

consiglio per terrazzo orto e giardino
Potare e curare le rose
Si procede allo svecchiamento dei rosai che hanno terminato di fiorire in giugno, tagliando alla base i rami vecchi, con legno scuro, e lasciando sia i rami dell’anno prima, che quelli nuovi. I rosai rifiorenti devono essere privati subito dei rami sfioriti, che vanno accorciati a 1/3. Un sistema che permette di avere una fioritura continua è la programmazione e la “rotazione” dei tagli, facendo in modo fin dall’inizio che alcuni fioriscano e altri no. Regolari devono essere i trattamenti contro tutti i parassiti.

1847, George Bool inventa la logica matematica. Il matematico inglese sviluppa la logica matematica basata sul sistema binario (composto soltanto da zero e da uno) e sugli operatori simbolici che permettono di compiere operazioni su queste grandezze. Lì per l’opera di Boole non sembra avere applicazioni, in realtà aprirà l’orizzonte alle grandi scuole di logica matematica del ‘900 e rappresenterà il linguaggio operativo del computer 

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