Li avari e i falliti facilmente stanno uniti
Elia, il cui nome significa “il mio Dio è Jahvè”, nacque a Thesbe nell’anno 3093 dalla creazione del mondo, ossia nel 960 av. C.; è una delle figure più rilevanti dell’Antico Testamento : le sue gesta sono narrate nel I Libro dei Re dal capitolo 17, sino al II Libro dei Re capitolo 2 della Bibbia (A.T.). Viene detto il Tesbita dal suo villaggio natale; Condottiero e auriga d’Israele; El khader, il Verdeggiante, nel Corano. Il Carmelo lo considera “Padre” e “Fondatore” dell’Ordine. La missione di Elia fu di incitare il popolo alla fedeltà all’unico vero Dio, senza lasciarsi sedurre dall’influsso del culto idolatrico e licenzioso di Canaan. Egli svolse gran parte della sua missione sotto il regno del pavido Acab (873-854), docile strumento nelle mani dell’intrigante moglie Jezabel, di origine fenicia, che aveva dapprima favorito e poi imposto il culto del dio Baal. Quando ormai il monoteismo pareva soffocato e la maggioranza del popolo aveva abbracciato l’idolatria, Elia si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, Elia ritornò dal re e per dimostrare la inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma, e l’acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo esultante linciò i sacerdoti idolatri. Elia credette giunto il momento del trionfo di Javhè, e perciò tanto più amara e incomprensibile gli apparve la necessità di sottrarsi con la fuga all’ira della furente Jezabel. Braccato nel deserto come un animale da preda, l’energico e intransigente profeta sembrò avere un attimo di cedimento allo sconforto. Il suo lavoro, la sua stessa vita gli apparvero inutili e pregò Dio di recidere il filo che lo teneva ancora legato alla terra. Ma un angelo lo confortò, porgendogli una focaccia e una brocca d’acqua; poi Dio stesso gli apparve restituendogli l’indomito coraggio di un tempo. Elia comprese che Dio non propizia il trionfo del bene con gesti spettacolari, ma agisce con longanime pazienza, poiché egli è l’Eterno e domina il tempo. Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, come otto secoli dopo vestì il precursore di Cristo, Giovanni Battista, di cui è la prefigurazione, tornò con rinnovato zelo in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. L’opera di riedificazione spirituale, tanto faticosamente iniziata, venne portata avanti, con pieno successo, dal suo discepolo Eliseo al quale comunicò la divina chiamata, mentre si trovava nei campi dietro l’aratro, gettandogli sulle spalle il suo mantello. Eliseo fu anche l’unico testimone della misteriosa “scomparsa” di Elia, avvenuta verso l’ 850 a.C., su un carro di fuoco. Elia ha una grande importanza nel sentimento religioso ebraico in quanto vi si ritiene che, come narra la Bibbia, non sia morto ma sia stato assunto in cielo anima e corpo e di tanto in tanto ricompaia sulla terra sotto mentite spoglie per aiutare il popolo ebraico in difficoltà. Il profeta Malachia profetizzò che Elia sarebbe tornato prima del giorno del Signore: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore” (Ml 3,23). Nel giorno di Pasqua, alcuni ebrei lasciano una coppa di vino dinanzi all’uscio o ad una finestra aperta, in attesa che Elia torni e festeggi con loro la liberazione. Secondo la religione cristiana, più concreta e più reale, la profezia di Malachia si è adempiuta, come detto sopra, in Giovanni Battista (cfr. Mt 17,10-13; Lc 1,17). Inoltre Elia apparve con Mosé, durante la trasfigurazione di Gesù, a rappresentare la continuità di Cristo con i patriarchi (Mosé) ed i profeti (Elia, appunto).
Oggi si celebrano anche:
S. APOLLINARE di Ravenna (II-III sec.), Vescovo e martire (mf)
S. Marina (o Margherita), Vergine e martire ad Antiochia († 305 cc)
S. Frumenzio (sec. IV), Vescovo in Etiopia
S. Aurelio di Cartagine Vescovo († 430)
S. Vulmaro di Boulogne (F), Presbitero, fondatore di 2 monasteri († 689)
S. Paolo di Cordoba, Diacono e martire († 851)
SS. Martiri di Seul († 1839)
S. Giuseppe Maria Diaz Sanjurjo, Vescovo O.F.M. e martire nel Tonchino († 1857)
SS. Leone Ignazio Mangin e Paolo Denn, Presbiteri gesuiti e martiri († 1900)
S. Pietro Zhou Rixin, Martire in Cina († 1900)
S. Maria Fu Guilin, Maestra e martire in Cina († 1900)
SS. Maria Zhao Guozhi, Rosa Zhao e Maria Zhao, Madre e figlie martiri in Cina († 1900)
S. Xi Guizi, Catecumeno e martire in Cina († 1900)
BB. Rita Pujalte y Sanchez e Francesca Aldea y Araujo, Vergini e martiri († 1936)
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!
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1953, Fred Zacouto impianta il primo cuore artificiale su un cane. l chirurgo francese, all’ospedale Laennec (v.) di Parigi, impianta il primo cuore artificiale su un mammifero. Il primo impianto di un cuore artificiale sull’uomo è nel 1969
compleanni
1947 Carlos Santana
1972 Jenny B
1978 Denny Mendez
proverbio
Non c’è cosa così lunga e larga che non se ne veda la fine
1881 Toro seduto, capo della tribù indiana Sioux, si arrende alle truppe federali
“La realtà non si forma che nella memoria”
Proust
consiglio
Uova
Nel congelatore è bene che le uova non vengano mai conservate!
cosa vuol dire
Omnia mea mecum porto
“Porto con me tutte le mie cose”, in senso esteso “non ho altra ricchezza al di fuori di me”
È il motto dell’uomo che sa comprendere che il bene fondamentale è ciò che si ha dentro, quindi virtù, saggezza e ragione.
consiglio per terrazzo orto e giardino
Tecnica di trapianto di alberi e arbusti
Se si avverte resistenza, si annaffia abbondantemente e si attende, per un nuovo tentativo, che l’acqua sia stata assorbita; in caso di difficoltà, è preferibile recidere con un taglio netto le radici che si sono diramate molto lontano e in profondità, piuttosto che strapparle.