Ultimamente, laddove c’è una donna velata, totalmente velata intendo, che sia l’Afghanista o l’Arabia Saudita l’imputazione e la condanna verso l’Islam appaiono inappellabili. A prescindere dai contesti, dalle particolari situazioni storico-politiche, dall’ideologia, più o meno radicale, dalle condizioni economiche eccetera. Si tratteggia inequivocabilemnte una “donna islamica” senza considerare la complessa e variegata situazione del mondo musulmano. Però, fa comodo mettere e sbattere in prima pagina sempre e comunque una donna velata, magari per giustificare l’imminente bombardamento o per ineittare nel cervello dei lettori o delle opinioni pubbliche la sensazione di barbarie che si prova a vedere una donna con il burqa. Nessuno difende il burqa o altre forme di dominazione maschile. Anzi. Proprio perché non si difendono forme di dominazione maschile, non può sfuggire la drammatica situazione che vivono anche le donne thailandesi o brasiliane, rumene o cubane. Non sto parlando di paesi islamici. Tutt’altro. Non ci sono veli ma la condizione di inferiorizzazione e di mercificazione è inaudita. Una totale sottomissione alla libido maschile. Donne, minori e maggiorenni, ridotte a merci sessuali. Utilizzate come si usa una autovettura o si beve una lattina di coca cola, gettandone i resti.
Presa diretta, di Iacona, ha messo “a nudo” (paradossalmente) una situazione che presto finirà nel dimenticatoio. Anzi, il servizio è andato in onda e la opinione pubblica maschile presto lo farà finire nel buio fitto dell’ipocrisia. Pattaya, 100.000 abitanti e 40.000 prostitute. Un bordello a cielo aperto. Colpa dell’Islam? Forse del buddismo! Dico così tanto per provocare… Timisoara (Romania): un nostro connazionale dice che è pieno di “figa”, anche in pieno giorno. Dovunque ti muovi c’è la “figa”. Colpa dell’islam? No della chiesa ortodossa, verrebbe da dire se si fosse dei cialtroni. Brasile, altro bordello a cielo aperto dove si sfrutta la miseria economica delle donne ridotte a passatempi serali, a oggetti sessuali su cui sfogare la propria prepotenza e l’arroganza di una mentalità che pensa di acquistare il corpo altrui con la forza della moneta. Colpa della Chiesa cattolica? Non direi proprio! Poi ci sarebbe Cuba…Insomma, la trasmissione di ieri ha messo a nudo (proprio così) una situazione drammatica. Radicalemnte drammatica. Talvolta la mercificazione raggiunge vette drammatiche di spoliazione. Minori e maggiorenni che soverchiate dalla miseria economica vengono disossate da maschietti che nei loro paesi se la prendono con gli “extracomunitari” e fanno i perbenisti mentre sfruttano l’altrui umanità laddove gli occhi dei propri connazionali non arrivano e le censure pelose dei mass media, sempre pronti a saggiare le libertà femminili delle donne nei paesi a tradizione musulmana, ammutoliscono.. Bsterebbe leggere “Essere donna in Asia” a cura di Calchi Novati, Carocci o il libro “Economia canaglia” di Loretta Napoleoni (c’è un capitolo di rara drammaticità che descrive le vessazione verso le donne povere in Europa Orientale), per comprendere come la subordinazione femminile non riguardi solo i paesi a tradizione islamica. Attenzione, le zone menzionate sono ad uso dei paesi ricchi, dei tedeschi, dei francesi, degli italiani, degli statunitensi e dei giapponesi. Tale sottomissione e inferiorizzazione femminile, ai limiti del lavoro semi servile, se non proprio schiavitù, di sopravvivenza, è trasversale ad una molteplicità di nazioni, di tutte le religioni, democrazie o tirannie, dall’Atlantico al Pacifico, e anche nella nostra Europa, come hanno mostrato i servizi di Presa Diretta. Verrebbe da dire, donne di tutto il mondo alzate la voce, unitevi, fate qualcosa! Non v’aspettate nulla dai maschi e soprattutto non cedete alla violenza simbolica, cioè non adeguatevi a ciò che loro- i maschi- vogliono introiettando il lo sguardo. Gli uomini vi vogliono nude o velate…voi cosa volete?
David Del Pistoia