Angeli nel fango

D’autunno cadono le foglie e in Italia pure le case. La prima pioggia arrivata a inizio autunno, ha devastato il nord, che abusa come il sud e come il sud si arrangia. A Genova in attesa dei soccorsi: bianchi, neri, precari, abusivi, indigeni e migranti si sono messi a spalare fango e detriti, concedendosi solo una breve pausa per salutare il caro Grillo; mandandolo là, dove lui manda amici, parenti, colleghi e semplici conoscenti tutte le volte che può. Grillo che grullo ha scritto Feltri e Renzi? Renzi a Genova ha preferito non andare. Agli alluvionati penserà dopo. Dopo aver risollevato le sorti dell’Europa e del mondo. E mentre in Italia si spala e in Africa si muore, in America si congelano gli ovuli in nome del progresso e della carriera. Le bombe d’acqua, ebola, Napolitano e Riina, le sentinelle spiazzate dal Papa, l’ennesima emergenza femminicidio, l’Isis, le combattenti di Kobane, urlati su facebook o meglio su twitter bastano a farci tutti intellettuali. Il quattordicenne seviziato per scherzo e i bimbi di Napoli gettati dal ballatoio no, non bastano piuttosto spaventano. Spaventano al punto che fa tremare la mano scriverne. Sale la paura e si ferma il respiro al pensiero di vedere gli occhi di tuo figlio negli occhi del violentato o peggio del violentatore e solo perché ancora una volta è toccato a qualche altro, che ci fa respirare di nuovo. Stavolta la pasquinata ha il tono doloroso della verità non risibile, pazienza.

Gabriella Grasso