Prosegue il ciclo di incontri “L’alfabeto della memoria” ideato dal giornalista Nino Milazzo, presidente del Teatro Stabile di Catania, per animare il dibattito culturale attraverso una serie di incontri ad ingresso libero, contrassegnati dalla lettera iniziale della parola che, volta per volta, indicherà il tema prescelto.
Venerdì 21 novembre alle ore 17, al Teatro Musco, si parlerà appunto di giornalismo. Per l’occasione Nino Milazzo, già vicedirettore del Corriere della Sera, intervisterà l’attuale direttore Ferruccio De Bortoli.
Un’occasione per approfondire come è cambiato in questi anni il ruolo e il peso dell’informazione: dalla velocità su cui corre il filo della notizia al commento affidato alle firme e agli opinionisti più in vista, veri e propri maître à penser, in grado di incidere sull’opinione pubblica.
Dall’intervista-confronto che vedrà di fronte De Bortoli e Milazzo, due vite interamente dedicate al giornalismo, sarà possibile leggere e rileggere con lucidità i fatti interni e gli eventi esteri che ogni giorno – attraverso l’universo dei mass media – investono i cittadini, entrano nelle loro case, condizionano le loro vite più di quanto essi stessi si rendano conto.
Lo sa bene un giornalista di lungo corso come De Bortoli, appena ventenne collaboratore del “Corriere della sera”, passato poi in redazioni come “L’Europeo e “Il sole 24 ore”, per ritornare nel 1987 al Corsera, ottenendo a soli 34 anni la qualifica di caporedattore dell’economia. Nominato direttore, manterrà la carica fino al 2003, suscitando non poco scalpore per le dimissioni, ufficialmente legate a questioni personali. Chiamato alla direzione del “Sole 24ore”, vi rimane fino al 2009. Nello stesso anno, dopo aver rifiutato il prestigioso incarico di presidente della Rai, torna a dirigere il quotidiano di via Solferino.
Personaggio sempre in prima linea nei dibattiti che animano il paese, De Bortoli è giornalista che ha portato avanti posizioni nette, talvolta scomode, come quando ha schierato il “Corriere” contro la guerra in Iraq. E recente è la critica mossa al governo Renzi, in un edtoriale che ha sollevato interesse e polemiche.
I suoi tanti lettori siciliani avranno ora modo di ascoltarlo dal vivo a Catania grazie al ciclo “L’alfabeto della memoria”, realizzato dal Teatro Stabile di Catania, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania. Il progetto prevede una sequenza di 21 incontri, tante quante le lettere dell’alfabeto italiano. Ogni lettera, s’è visto, corrisponderà ad un argomento di analisi e discussione pubblica. «I temi non mancano – sottolinea Nino Milazzo – le emergenze neppure. E ad ogni incontro intendiamo andare a fondo della questione trattata, salvaguardando la pluralità delle opinioni, ma senza fare sconti a nessuno».
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