Siamo nel pieno della Settimana per la Riduzione dei Rifiuti, si, lo siamo sino al 30 Novembre, ma qui nell’ennese una simile iniziativa, mirata a migliorare il conto finale che il pianeta ci presenterà, appare come una bufala, anzi come una provocazione.
Ridurre i rifiuti? Ma certo, ridurre alla fonte gli svariatissimi ed inutilissimi contenitori che acquistiamo ogni qual volta andiamo a fare la spesa (pagandoli allo stesso prezzo del contenuto), sarebbe già cosa buona e giusta, lo sarebbe per il Pianeta, appunto, e lo dovrebbe essere per le nostre stanche tasche, stufe di dover sostenere il peso di uno dei sistemi più costosi in assoluto in Italia e quindi nel mondo.
Invece di che parliamo ad Enna? Parliamo dell’allarme sociale che già si profila all’orizzonte, con le facce tristi degli operai del “cantiere Leonforte” dell’ATO Enna Euno, rimasti senza lavoro e senza paga a dire del Sindacato “per colpa del Sindaco Sinatra che avrebbe utilizzato i suoi poteri di Autorità per affidare ad altra ditta la raccolta dei rifiuti”.
Quelli di Leonforte, credetemi, sono solo i primi, toccherà poi a quelli di Piazza Armerina, a quelli di Nicosia ed ogni volta dietro gli operai vedrete i visi tristissimi dei colletti bianchi, già pronti ad assumere il ruolo di portavoce delle maestranze bistrattate dalle decisioni arbitrarie ed incomprensibili dei Sindaci.
Mi pare giusto, e quando mai si è vista una simile solidarietà tra classi lavorative? E quando mai in un’Italia che non solo col beneplacito ma addirittura su proposta del maggior partito della sinistra fa fuori l’Art. 18, perno della tutela dei lavoratori? Enna patria della nuova alleanza, del nuovo modello sindacale.
Ma cosa vogliono i lavoratori? anzi, scusate, non sono abituato al gergo sindacalese, quale è la loro “piattaforma”?
Gli operai vogliono garantita la loro stabilizzazione, magari la possibilità di arrivare al Full time, magari migliori condizioni di lavoro. Mezzi adeguati, sistemi moderni con il minimo contatto con i rifiuti, possibilità di effettuare il servizio nel paese di abitazione. Tutto assolutamente sacrosanto di fronte al pane, al lavoro alla sicurezza dei lavoratori. Peccato però che la “piattaforma” si trasforma velocemente nella “corazzata” che serve a giustificare la madre di tutti gli sprechi. Agli operai si avvicinano le facce, le tante, troppe facce, dei privilegiati, di coloro i quali abbiamo pagato a suon di decine di migliaia di Euro l’anno, di coloro i quali, mentre gli operai stanno all’alba tra le nebbie e la immondizia, salgono nei loro caldi uffici a svolgere quella parte, probabilmente minima, del loro “mestiere” di raccomandati. Centinaia di colletti bianchi tutti indaffarati a garantire che il costo del sistema rifiuti ennese rimanga corposo, che stia tranquillamente sui venti milioni e passa, che crei Delta da recuperare ogni anno, debiti da accumulare e che consenta loro di acquistare auto di lusso, vestiti, gioielli, vacanze case, mentre il grande benefattore, l’artefice primo di questa gigantesca macchina mangiasoldi, rimane certo del godimento del suo diritto al plafon elettorale. I colletti bianchi per “gratitudine” gli operai per paura!
Allora perché non trasformiamo la settimana di riduzione dei rifiuti in settimana di riduzione delle prebende, degli sprechi, delle disparità?
Così operai tutti a lavoro, tutti part time e colletti bianchi tutti in mobilità, tutti al minimo possibile e già con la convinzione di aver garantito quello che non è stato acquisito per diritto ma per privilegio.
Antonino Testalonga
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