Umile si, ma non sottomesso – by Pino Grimaldi

Ha lasciato basiti e non poco il gesto (di umiltà estrema?) compiuto da Papa Francesco (che è Francesco I° anche se a lui non piace) di chiedere con occhi e voce sommessa ed implorante al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo:”benedica me e la Chiesa di Roma” chinando il capo in attesa di essa.
Ha sorpreso anche il Patriarca che non sapendo che fare ha baciato,sorridendo,lo zucchetto del Papa e poi ha cercato di baciargli la mano -che gli è stata sottratta in tempo-.
Ma a parte il linguaggio dei corpi-importanti ed a volte rivelatori – è la frase di richiesta che lascia attoniti perché dice del sentimento di un Papa che, di certo non dimentica d’essere Vicario di Gesù Cristo e successore del principe degli Apostoli, Pietro fondatore della Chiesa di Roma – oggi detta una, cattolica ed universale – chiede di essere benedetto in uno alla Sua chiesa da chi de jure e de facto è a Lui secondo come patriarca della Chiesa ortodossa riconosciuta solo nel IV secolo e fondata, pare, da Andrea fratello di Pietro nel primo secolo post Christum natum.
E’ la prima volta che un sommo Pontefice della Chiesa Universale che nell’ambito della osservanza cattolica è riconosciuto primus et unicus anziché dare nel nome di Chi egli è vicario benedizioni, la chieda ad altro rinunciando di fatto alla sua funzione di Capo di una Chiesa cui tutti gli altri della stessa osservanza sono sottomessi teologicamente Infatti il Patriarca di Costantinopoli è stato sempre secondo dopo il Vescovo di Roma pur primo di quelli di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.
Francesco I° ammirabile per la sua umiltà francescana – onde il nome – ma pur sempre gesuita doc, non finirà mai di stupire ed è bene che lo faccia quando dismessi i panni della chiesa trionfante indossa quelli della chiesa orante: “miserando atque eligendo” come nel suo motto. Ma non può mandare all’aria anche il sentimento che i cristiani di osservanza cattolica hanno sempre avuto verso il loro capo ecclesiale, carismatico e religioso che ha si anche il titolo di servo dei servi di Dio ma è pur sempre – gli piaccia o n o- il loro Santo Padre titolo che lo accomuna al Padre di quell’unico figlio di cui Lui è vicario!
Di fatto è la seconda volte che lascia basiti. La prima fu quando in aereo di ritorno da altro viaggio rispondendo alla domanda di un giornalista sul suo pensiero sugli omosessuali ebbe a dire “chi sono io per giudicare”.Dimenticando che rinunciando a dare un giudizio – sulla terra – lasciava i suoi fedeli nel dubbio, non costruttivo, ma annichilente.
Certo non ha parlato ex cattedra; ma non è piacevole per chi crede e professa fede cristiana d’osservanza cattolica sapere che sulla terra non saprà mai cose sia giusto e sbagliato ma deve attendere di morire e ricongiungendosi al padre, conoscere. Se la “ditta” perde soci sappiamo perché.

Pino Grimaldi


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