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“Split payment”, come sottrarre liquidità alle già povere casse delle imprese

azienda in crisiEsiste un modo occulto per sottrarre liquidità alle Imprese?
Si potrebbe rispondere NO, lecitamente non sarebbe possibile.
L’interrogativo resterà tale anche se alcuni provvedimenti lasciano supporre che invece sia possibile sottrarre risorse alle già povere casse delle imprese.
Si tratta degli effetti che il provvedimento denominato “split payment” metterà in atto già dalle fatture emesse dal 1° gennaio 2015. Precisiamo che si tratta di un provvedimento che riguarda sole le fatture emesse nei confronti di Enti pubblici, che d’ora in poi pagheranno direttamente l’IVA allo stato. Sembrerebbe una misura innocua, invece azzera anni di diritti alla compensazione tra debiti e crediti che le imprese operano mensilmente con il pagamento di oneri ed imposte (a mezzo F24).
Occorre tener presente che da anni è vigente (per fortuna) uno strumento che consente alle imprese di piccole dimensione (con fatturati non oltre 2 milioni) di posticipare il pagamento (leggasi compensazione) dell’IVA al momento dell’incasso del credito e non al momento dell’emissione della fattura.

Con l’entrata in vigore della legge di stabilità (art.1 c.629-b) viene modificato l’art. 17 del DPR 633/72 prevedendo che per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti delle PP.AA., l’IVA dovrà essere da queste versata direttamente all’Erario, secondo modalità e tempi stabiliti con un Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, anziché corrisposta in via di rivalsa alle imprese cedenti i beni o prestatrici dei servizi.

Occorre precisare che questa norma non incide sul cosidetto “reverse charge” (il legislatore italiano oramai ama nascondere le norma fiscali dietro termini stranieri che ne addolciscano il rumore) in quanto quest’ultimo si applica tra due soggetti passi d’imposta, La nuova norma invece si applica solo nei confronti di PA che non sono soggetti debitori d’imposta.

In concreto, con l’introduzione della nuova disposizione:
– il cedente/prestatore emette fattura nei modi ordinari,
– la P.A. beneficiaria versa al cedente/prestatore il solo corrispettivo a lui spettante per l’operazione resa, versando invece l’imposta dovuta direttamente all’Erario.

L’applicazione del meccanismo si traduce, per le imprese, in un incremento del credito IVA (che viene mediamente rimborsato con un anno di ritardo rispetto ai termini ordinari) e nell’impossibilità di portarlo in compensazione con i propri debiti nei confronti dell’erario o per oneri contributivi Inps.

Un salasso che drenerà dalle casse delle imprese ingenti risorse a fronte di un “illusorio aumento di gettito IVA” che servirà a poco per sanare i conti pubblici ma potrà illudere i media su una ripresa di cui, nella realtà, non si vede ancora l’inizio.

Gildo Matera

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