Finalmente! Finalmente Francesco si è liberato e come un accumulo di gas troppo trattenuto gli è venuto fuori un boato così tonante da far vacillare l’aereo su cui viaggiava. E va bene “chi sono io per giudicare” e va bene “buonasera” e va bene il saluto marxista e va bene l’apertura al dialogo con quei torturatori taglia-teste e massacra-cristiani dell’Isis: “Io non do mai per perso nulla. Forse non si può avere un dialogo, ma non chiudo mai una porta. E’ difficile, si può dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta” va bene tutto, proprio tutto, ma la libertà di parola no, quella proprio no! Santità la libertà e libertà quando è totale sennò è farsa, ora però lei stia sereno Santità, il Paese nostro più che alla satira è votato al ridicolo e dunque non è azzardato dire che l’anarchia linguistica o d’espressione proprio non è cosa nostra. Durante il suo viaggio tra Sri Lanka e Filippine, il Pontefice è stato interrogato sulla libertà di espressione, la responsabilità e la violenza, in una parola tutto ciò che ha riguardato la vicenda di Charlie Hebdo, dalla pubblicazione di vignette blasfeme, alla censura fino al massacro dei terroristi islamici. Sul tema il Papa ha detto tre cose: “Non si può nascondere una verità: ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente e così vogliamo fare tutti”.
“Non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio”. Due cose molto condivisibili e di estremo buon senso, sul terzo punto però papa Francesco ha posto alcuni limiti alla libertà d’opinione:
“Avere dunque questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri” l’organizzatore dei viaggi papali che si trovava a fianco del Pontefice “che è un amico dice una parolaccia contro mia mamma, gli aspetta un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri. Tanta gente che sparla, prende in giro, si prende gioco della religione degli altri. Questi provocano e può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa alla mia mamma. C’è un limite, ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana, io non posso prenderla in giro. Ho preso questo esempio del limite per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti, come nell’esempio della mia mamma”. Bravo, bravo, bravo Francesco la mamma e la censura, meglio se autocensura, non si toccano MAI! Ecco perché il Papa non si era fin’ora espresso, ci stava pensando a cosa era meglio dire in un frangente così delicato. Ha fatto comunque bene a rientrare nei ranghi Santità così i puristi che si erano offesi per l’inchino ortodosso e l’apertura all’altro benché gay o peggio divorziato potranno tirare un respiro di sollievo, ma così giusto pur parler limitare la libertà di espressione alla possibilità che gli altri si offendano non è di fatto una negazione della libertà di opinione? Se lo dice Lei però è giusto reagire con la violenza a un’offesa e dire che contro il bullismo nelle scuole si usava il porgi l’altra guancia e se c’è chi è pronto a fare a cazzotti per le offese alla mamma, vuoi che non ci sia qualcuno che si senta in diritto di prendere un kalashnikov per le offese al Profeta o a Dio! Oh, insomma diciamolo pure quei rompicoglioni blasfemi di Charlie Hebdo se la sono andata proprio a cercare.
Gabriella Grasso
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