Studi scientifici internazionali hanno inoppugnabilmente assodato che le centrali di cogenerazione energetica alimentate a biomasse sono inquinanti: a parità di energia prodotta le centrali a biomasse inquinano molto di più delle centrali a gas naturale: 100 volte più diossine e furani, 25 volte PM10 (anche fino ad un massimo di 645 volte in più) e analoghi dati per Nox, Sox, COV, PM10, PM2.5, Hg e BaP. Ora, siccome rientrano fra le cosiddette energie “rinnovabili o assimilate”, che ricevono tanto allettanti quanto incomprensibili incentivi economici, il GSE per ogni kwh prodotto da queste fonti si impegna a ridurre della stessa quantità la produzione da fonti fossili (metano). Col risultato che la qualità dell’aria globalmente peggiora invece di migliorare, con buona pace di chi afferma che l’energia elettrica prodotta con la combustione delle biomasse è “verde” e dello spirito della legge sulle energie rinnovabili.
A ciò si aggiunga che le biomasse (compresi gli scarti agroforestali) contengono sostanze (carbonio, azoto, ecc.) che andrebbero restituite ai terreni col compostaggio, per preservarne la materia organica e prolungarne la fertilità. Era questa la normale pratica della agricoltura nei secoli passati. L’incenerimento delle biomasse, invece sottrae irreversibilmente queste risorse al suolo, trasformandole in gas clima-alteranti, polveri fini ed ultrafini e veleni. Oggi purtroppo in Sicilia si affaccia lo spettro della desertificazione, infatti in larga parte del territorio la presenza di materia organica nel suolo è inferiore all’1%. L’incenerimento delle biomasse è dunque un errore, purtroppo permesso dalla legislazione ed addirittura incentivato economicamente.
Ma la notizia che, nelle province di Caltanissetta ed Enna, la Regione Sicilia consenta speculazioni energetiche consentendo di disboscare ettari di macchia mediterranea e boschi, per ricevere in cambio una mancia (un quarantesimo dei profitti!) è davvero sconcertante ed intollerabile. Zero Waste Sicilia appoggia con forza le proteste delle popolazioni e delle associazioni locali per questo ennesimo scempio di Beni Comuni.
Beniamino Ginatempo
Pres. Zero Waste Sicilia
Nei fumi che si producono con la combustione
del legno sono presenti numerose sostanze tossiche
e cancerogene: benzene, formaldeide,
idrocarburi policiclici aromatici (IPA), diossine,
polveri fini e ultrafini. I fattori di emissione disponibili
dimostrano come, a parità di energia
prodotta, le centrali termoelettriche alimentate
a legna inquinino molto di più di quelle a gas
naturale. Tutti gli studi confermano come i
fumi di legna producano un deterioramento
della qualità dell’aria, all’interno e all’esterno
delle abitazioni, in particolare a causa della
emissione di polveri fini e ultrafini (PM10,
PM2,5). Numerosi studi hanno valutato i possibili
effetti sulla salute attribuibili all’esposizione,
in ambienti domestici, ai prodotti di
combustione di biomasse, concludendo che il
fumo di legna possa avere effetti negativi sulla
salute umana; in particolare nel 2010 la IARC
ha classificato il fumo di legna come possibile
cancerogeno per l’uomo. In Europa, la produzione
d’energia elettrica e di calore dalla combustione
di biomasse è in costante aumento
(12%annuo), anche grazie agli incentivi per favorire
la produzione di elettricità da fonti rinnovabili
e la riduzione delle emissioni di gas
serra. A oggimancano studi adeguati a valutare
gli effetti ambientali e sanitari delle numerose
centrali termoelettriche alimentate a biomasse
entrate in funzione che, nel 2008, nei 27 Paesi
della UE hanno prodotto 108 Terawattora di
energia elettrica, di cui il 53% con la combustione
di biomasse legnose.