Accolti nell’antica Henna gli abitanti di Entella durante la prima guerra punica

Della storia antica della Sicilia poco si sa e spesso ciò che si racconta si fonde e si confonde con la mitologia e con la leggenda. Eppure basterebbe grattare un po’ il suolo per far emergere verità fino a questo momento sconosciute e tesori dalla bellezza incommensurabile. Dispiace dirlo ma una delle industrie più fiorenti della nostra Sicilia, e che non conosce crisi, è quella degli scavi clandestini con il conseguente commercio dei reperti trafugati. Per fortuna ogni tanto si riesce a recuperare qualcosa e grazie a ciò è possibile strappare all’oblio della memoria qualche pagina della nostra storia più antica.
E’ questo il caso dei famosi Decreti di Entella e Nakone. Si tratta di iscrizioni su tavolette bronzee illecitamente trafugate ed immesse nel mercato clandestino negli anni ‘70 alcune delle quali sono state recuperate grazie ad un lungo e meticoloso lavoro dei Carabinieri.
Questi reperti sono molto importanti perché ci fanno conoscere meglio gli Elimi, uno dei popoli più misteriosi che vivevano in Sicilia alcune centinaia di anni prima di Cristo e che si erano stanziati nella parte più occidentale dell’isola. I Decreti di Entella e Nakone sono anche importanti perché dimostrano che in quel periodo era già avvenuta l’ellenizzazione di tutto il territorio Elimo e poi perché ci forniscono la prova dei rapporti e delle interconnessioni tra i popoli in quel tempo così lontano. La tavoletta bronzea classificata come A2 (nella foto) ci racconta poi qualcosa che ci riguarda da vicino. In un’epoca non ancora perfettamente identificata ma che secondo molti studiosi dovrebbe coincidere con la prima guerra punica, gli abitanti di Entella (nucleo abitativo allora esistente nei pressi di Contessa Entellina (PA), furono costretti ad abbandonare la propria città per almeno una decina d’anni. Un gran numero di loro fu fraternamente accolto ed ospitato nell’antica Henna. Quando poi poterono ritornare a casa dopo il lungo esilio, gli Entellini non dimenticarono il trattamento ricevuto dagli Ennesi e ad essi dedicarono quanto è scritto nella citata tavoletta di bronzo: “Sotto gli arconti Artemidoros figlio di Eielos e Gnaios figlio di Oppios, il primo del mese di Panamos. Poiché da sempre gli Ennensi ci sono benevoli (sia fino a quando eravamo nella nostra terra sia dopo che dalla nostra terra fummo cacciati e privati di una sede fissa), invitandoci e accogliendoci sia nella città sia nel territorio, è stato deciso dal consiglio e dall’assemblea che essi godano per sempre di benevolenza e di isopolitia con il popolo degli Entellini. Questo decreto gli arconti pongano nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo”.
Per approfondire l’argomento si può visitare il link del Laboratorio di Scienze dell’Antichità della Scuola Normale Superiore di Pisa : http://lsa.sns.it/index.php?id=109&lang=it da cui è anche tratta l’immagine pubblicata.

a cura di Michele Pirrera
Salvatore Presti



Salvatore Presti Enna

Check Also

Enna: quartiere Fundrisi, i Presepi 2024

Enna: quartiere Fundrisi Nell’area di Janniscuru e Spirito Santo, la conformazione del territorio ha preservato …