Prosegue il processo per omicidio colposo ai danni di Gabriella Gallo, morta di parto all’età di 34 anni l’11 marzo del 2011. Ascoltati gli infermieri coinvolti perché presenti in sala e in ambulanza la notte dei fatti, emergono alcune inquietanti novità, ancora. L’infermiere presente in sala operatoria fin dall’inizio della vicenda, fra “un non ricordo” e un “mi pare” riferisce al PM che “si, una sacca di sangue fu da lui stesso data al dottore che l’iniettò alla paziente e poi si, forse altre non corrispondenti al gruppo della paziente furono infuse” quelle c’erano e quelle si sono fatti piacere in attesa che giungessero le altre, da Piazza Armerina. “Tutte 0 negativo?” 0 è il gruppo della paziente. “La prima si, le altre essendo state richieste per un paziente positivo, ovviamente, no” una macedonia di gruppi sanguigni insomma, una novità in ambito medico che potrebbe essere innovativa! Proseguiamo “ c’era una copiosa perdita ematica?” “c’era il bacino pieno di sangue” “è normale?” “si, no, forse…non ricordo” “ potrebbe almeno riferire al giudice se il flusso dl sangue era eccessivo o regolare?” “non saprei”. L’infermiere dunque benché impegnato nella sanità da tempo immemore, non riesce a distinguere una perdita normale da una “atipica”…stesse risposte a domande diverse pure per gli altri interrogati “sono nel pallone” “non ricordo, non ricordo, non ricordo” “Mi faccia almeno formulare la domanda” “e che proprio non ricordo”Dimenticanza? Ritrosia? Imbarazzo? O altro?
Intanto mentre in Sicilia una neonata muore di burocrazia e un bambino di incompetenza, Gaetano Marchese, direttore tecnico della Inaer Aviation colto da un aneurisma in Sardegna chiama l’elisoccorso e vola in un centro specializzato della Sicilia, dove in tempi brevissimi viene operato e salvato. Siamo contenti per lui e la sua famiglia, ma contrariamente a quanto detto dal Manzo “è una procedura normale” Dino Alagna, coordinatore sanitario dell’azienda Seus-118, dice “non è affatto una cosa frequente” non lo è stato per Nicole che non potendo usufruire dell’elisoccorso, per le restrizioni sanitarie (di notte l’elicottero non si leva in volo) venne portata a Ragusa in ambulanza. Cento chilometri di angoscia dopo il rifiuto degli ospedali etnei. Caro presidente Crocetta invece che scrivere alla Borsellino che minaccia le dimissioni (rientrate), scrivi ai parenti dei morti di sanità, una sanità che fa dei malati numeri, merce di scambio, cose.
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