La lunga marcia della candidatura di Crisafulli a qualcosa continua, oramai a Castroforte non si fa altro. Si deve avere un candidato alle elezioni Comunali? Lui, alla Camera? Lui, al Comitato di gestione della Bocciofila? Lui.
E poi i “nemici”, qui a Castroforte gli esiliati, quelli che furono espulsi dal PDC per ben due volte, che sono stati portati dinanzi al Giudice per diffamazione, che quasi quasi non possono uscire da casa perché rischiano il linciaggio. Nella capitale gli altri, quelli che “dovrebbero vergognarsi”, a sentire le frasi che uno degli ufficiali del sultano, continua a gridare per la pubblica via in uno spettacolo che ha dell’inverosimile.
Ma si sa, a Castroforte tutto può accadere, così il PD, che governa a Roma ed a Palermo, non è lo stesso partito che governa ad Enna, anzi ne è l’antagonista. Quindi i dirigenti locali inveiscono contro quelli nazionali, accusano il segretario nazionale, che è pure Presidente del Consiglio delle peggio nefandezze, di una questione morale inaccettabilmente non considerata.
Gli elettori “alluccuti”, stanno lì a guardare.
Ieri ridda di comunicati, da un lato la conferenza stampa indetta da (tale) Angelo Argento, ennese ma dirigente nazionale nella quale si rilancia il “niet” di Renzi alla candidatura di Crisafulli, conferenza con l’intermezzo del “disturbatore”; dall’altro il Comunicato di Crisafulli, velocissimo, nel quale, gongolando non poco” si dice che il Sindaco di Enna lo decideranno “gli elettori del PD” e, ma in seconda battuta, i cittadini.
Una cosa, però, non comprendo, ma perché il sultano vuole fare il Sindaco?
Egli sino ad oggi ha comandato alla grande, comandava quando fece fuori Alvano, Sindaco amatissimo ed efficiente, colpevole non tanto di esser stato eletto da avversari, ma di aver ostacolato la macchina della creazione dell’ATO rifiuti; comandava con Ardica, fascista (nel senso nobile della parola), ma tranquillamente integrato nel sistema crisafulliano, comandò su Agnello, vessato ad ogni tentativo di fare il Sindaco ed infine gettato via come se cinque anni di governo capace di traghettare la città fuori dal dissesto fossero stati bazzecole; comanda ancora con Garofalo, anch’egli infine fatto fuori, quasi appestato, sulla strada della investitura del sultano.
E quindi se comanda, se è lui a determinare le sorti della bella e triste Castroforte, perché vuole quella scomoda seggiola?
L’unica risposta seria a questa domanda è che Crisafulli ha bisogno di una carica pubblica adesso, mentre nulla di giuridicamente rilevante gli sta sul capo, mentre tutte le vecchie accuse sono passate. Così potrà avere la rivincita su chi lo bollò delle peggiori accuse, su chi da New York lo chiama il Cuffaro rosso, che poi di rosso non si capisce proprio cosa abbia, su chi ha puntato il dito per anni, sul rivale interno Alloro che, giorno dopo giorno gli rosica le posizioni fino a far profilare una nuova era del sultanato.
Basta questa lettura a giustificare tutto questo putiferio? Basta per arrivare ad una scissione, ad una fuoriuscita dal PD di tutto il gruppo dirigente Crisafulliano? Perché, sappiatelo cari “elettori del PD” è lì che vi sta portando il magnifico sultano, l’uomo dalle bulgare posizioni, Vladi primo di Sicilia. Non immaginatene rosei futuri da presidente della regione, non pensate possa risalire la china, il massimo che potrà dare sarà un sultanato assediato con una bellissima Facoltà di Medicina, una scala mobile, un parco divertimenti a tema e tanti “yes men” ai posti giusti.
Io non so se il futuro che volete, cari elettori, sia questo, infine potrebbe starmi bene la Facoltà, potremmo discutere della scala mobile, ma di Castroforte preferisco immaginare altra immediatezza. Dategli un premio, dategli una medaglia, un orologio d’oro con catenina da gilet, regalategli l’aeroporto LEGO, ma… mandatelo in pensione!
Antonino Testalonga
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