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Jazz. Al Teatro Garibaldi di Enna: Emanuele Primavera 4et presenta Replace

Emanuele Primavera,  batterista ennese, affermato sideman del jazz, presenta il suo primo

lavoro discografico con Seby Burgio, Fabrizio Brusca e Carmelo Venuto

Enna, Teatro Garibaldi, lunedì 30 marzo 2015, h. 21

emanuele primavera quartet2Il lungo week end del Teatro Garibaldi si conclude con l’ultimo appuntamento del ciclo Enna x Enna . Sul palcoscenico ennese, per la stagione firmata da Mario Incudine e realizzata grazie alla sinergia del Co-mune di Enna con l’Università Kore, lunedì 30 marzo alle ore 21 sarà di scena uno più talentuosi musicisti siciliani che proprio a Enna ha i suoi natali: il batterista Emanuele Primavera, già affermato sideman del jazz . L’occasione è la presentazione di “Replace” (Alfa Music-Egea) il suo il primo lavoro discografico come band leader realizzato con i compagni di sempre: Seby Burgio al pianoforte, Fabrizio Brusca alla chitarra e Carmelo Venuto al contrabbasso.

La formazione darà vita alle composizioni originali del batterista ennese volgendo da una parte lo sguardo alla tradizione del jazz e dall’altra alle innovazioni sonore di una musica per antonomasia in continuo svilup-po. Il quartetto è dinamico, energico e capace di dare sensazioni forti all’ascoltatore. La perfetta sintonia dei quattro musicisti, frutto di non poche collaborazioni in altri progetti, dona alla musica una forte e solida strut-tura su cui si articolano e si sviluppano le varie improvvisazioni strumentali.

Il disco, che uscirà il prossimo 13 aprile, contiene 7 brani originali composti dal batterista e uno standard di Joe Henderson, “Serenity”.

Il disco, che è un po’ la summa di un lungo periodo compositivo del musicista ennese, si apre con “Deep Ne-arness”, composta già qualche tempo fa, che manifesta lo spirito più giovanile di Primavera con un suono più sperimentale ed elettronico dalla chiara matrice jazz rock. Il brano sembra far presuppore ad un disco diverso e invece brano dopo brano il disco plana come un’aquila che scende a valle.

«Nelle composizioni di Emanuele – scrive l’ex Area Ares Tavolazzi – riecheggiano le atmosfere più diver-se, che, partendo dal linguaggio jazzistico tradizionale, si allargano verso linguaggi più moderni e vicini ai nostri tempi, attraversando climi rarefatti ed a volte di sapore medio-orientale, fino alla libera improvvisa-zione. Un ascolto piacevole ed estremamente variegato, come si addice ad un giovane gruppo di musicisti che con passione, cerca una propria identità».

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