Sans blague (Nulla die – Piazza Armerina) di Eugenio Sbardella concorre al Premio Strega 2015.
Doppia affermazione per l’autore e per la piccola casa editrice siciliana, Nulla die, che offre ai lettori opere di qualità dalla narrativa alla saggistica.
Il LXIX Premio Strega è promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Liquore Strega con il patrocinio di Roma Capitale e il sostegno di Unindustria (Unione delle Imprese e degli Industriali di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo).
Sono 26 le opere presentate dagli Amici della domenica, lo storico corpo votante che dal 1947 attribuisce il riconoscimento a un libro di narrativa italiana pubblicato tra il 1° aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso.
Tra le 26 opere, vi è Sans blague (Nulla die) di Eugenio Sbardella, presentato da Bruno Cagli e Vittorio Emiliani.
Abbiamo rivolto all’autore alcune domande:
D: Sans Blague, il suo romanzo appena pubblicato da Nulla die concorre al premio Strega. Si aspettava la nomination al più importante riconoscimento per la letteratura italiana?
R: Sinceramente no, e mi rende orgoglioso che personaggi di così grande statura lo abbiano proposto per il Premio. Sono già soddisfatto di questo traguardo.
D: Un libro pubblicato da un piccolo editore di qualità accede al premio Strega: è sicuramente un evento eccezionale. E la sua opera cosa ha di eccezionale?
R: Ritengo che un autore sia l’ultimo che possa giudicare il proprio libro, cioè l’ultimo che possa esprimere pubblicamente il proprio giudizio. Mi bastano quelli tanto lusinghieri di chi l’ha letto. Sans blague ha un ritmo serrato senza indulgere tuttavia alle mode del mercato, e soprattutto presenta i più nascosti e inconfessabili recessi dell’animo umano. Non è un libro consolatorio, magari è sconcertante, ma occorre vedere quanto oggi sia consolatoria la vita.
D: Retroscena sul libro da raccontarci? Perché il titolo in francese?
R: Stavo leggendo per la ennesima volta Il tunnel, il primo dei tre romanzi di uno scrittore argentino da me molto amato, Ernesto Sabato, maestro di vita e di scrittura, quando mi sono soffermato a meditare su una pagina, riportata all’inizio e alla fine del mio libro, in cui due personaggi disputano sulla possibilità o meno di scrivere un libro del genere. Una provocazione. Ho aperto il pc e ho cominciato a digitare… Poi è venuto il travaglio e l’immensa fatica che accompagna chi scrive.
Il titolo in francese è un omaggio a quella pagina, perché è la battuta di uno dei personaggi. Un omaggio a Sabato, tanto amato nel suo paese quanto misconosciuto da noi.
D: Comunque vadano le cose, sarà un successo. Cosa si aspetta ora?
R: Che la casa editrice Nulla die possa trovare il suo spazio in un mercato spietato, dominato dai grandi gruppi. A livello personale mi aspetto di pubblicare altri romanzi dei sedici, di genere vario, che ho scritto in più di un ventennio, alcuni dei quali, pochi, avevo affidato l’anno scorso all’autopubblicazione. Già esperto, nel campo della saggistica, delle spietate leggi di mercato, spero di poter contribuire a cambiare le regole e a non lasciar soffocare l’editoria indipendente da quelle leggi.
D: E lo scrittore Eugenio Sbardella ha altre opere in uscita? E per quale editore?
R: Certo, è già programmata l’uscita di Fado, il primo della Trilogia della mala innocenza, sempre per i caratteri di Nulla die. Poi gli altri. E altri ancora… Ma sarà il pubblico a decidere.