Viva la mamma

Viva mamma Edoardo MengaAspettare un bambino è una cosa strepitosa. La gravidanza oh mio Dio che estasi! Una esperienza totalizzante, ai limiti del surreale! Vivere il pancione con consapevolezza, infonde fiducia e energia e permette di giungere alla fine dei nove mesi con tutta la forza necessaria a affrontare un radicale cambiamento nella propria quotidianità…si!? Bello, bello certo, ma per tutte e per tutte allo stesso modo? E se così non fosse? E se per qualche degenerata fosse in tutt’altro modo? La retorica della gravidanza mistica e euforica è deviante e ingannevole come la retorica dell’ abnegazione e dell’istinto materno e sta alla base di inadeguatezze, paure e sofferenze. Interessa? Magari no, ma giusto oggi perché non parlarne. La maggior parte dei ginecologi, uomini, si danna a far capire alle donne quanto eccezionalmente bello sia quell’infinita sindrome premestruale che sono i nove mesi di gestazione; quanto magnifico sia essere tempestate da ormoni birichini che regalano risate, lacrime e gengive sanguinanti; quanto celestiale sia l’adipe impossibile da togliere se non chirurgicamente e la salopette rosa. Vogliamo poi dire dei dolori regalateci direttamente dal buon Dio al momento della cacciata dal paradiso? Meritati e dunque da sopportare in silenzio e senza pretendere succedanei di sorta, in alternativa ci sta pure un bel taglio cesareo, con conseguenze che interesseranno solo la partoriente e non certo il munifico chirurgo. Al mondo si viene fra sangue e merda, ce lo ha insegnato la letteratura di tutti i tempi, ma lagnarsene è possibile? Si può? Lo chiedo agli uomini che sopportano benissimo le doglie del parto e le nausee mattutine o anche le ombre dell’allattamento al seno, tanto carino a vedersi nei dipinti fiamminghi. Basta con la retorica della maternità che fa male alle mamme e ai figli. Basta con il lungo elenco di nenie mielose che dipingono le donne come angeliche creature vogliose solo di procreare, nel rispetto del sacramento matrimoniale ovviamente e con un padre che sia anche, prima e soprattutto marito. Accettiamo tutte le ambiguità di un sentimento che è incommensurabilmente incomprensibile, sfumato non di cinquanta toni, ma di mille e per questo magico. Accettiamo le nostre paure e i nostri dubbi e pretendiamo aiuto se ne abbiamo di bisogno. Un tempo le donne aiutavano le donne a diventar mamme, oggi ogni madre che cerchi di fare del suo meglio si scontra con un mondo deciso a farla sentire costantemente sbagliata, se non peggio. Uno dei sentimenti più cupi e opprimenti per noi madri oggi è la paura, la paura di essere cattive madri, di deludere i nostri figli e le nostre stesse aspettative. Perché? Perché così è più facile distrarci da desideri illegittimi come il lavoro, la carriera e dio non voglia il potere!!!!!!
Evviva le mamme che ogni momento fanno del loro meglio e se lo fanno bastare anche se, in fin dei conti, quel meglio non è poi così male.

Gabriella Grasso

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