Palermo. “Una corona sporca di sangue ” dal Macbeth di Shakespeare, è il nuovo spettacolo di Mimmo Cuticchio che debutterà mercoledì nell’ex chiesa di San Mattia (Via Torremuzza) e sarà in scena sino domenica (27-30 maggio ore 21; 31 maggio ore 18). Nasce da quattro laboratori su drammaturgia, manovra, recitazione nell’Opera, e il cunto che Mimmo Cuticchio ha tenuto in periodi successivi per 20 attori-narratori, a cui sono affiancati in scena l’attrice Paola Pace (lady Macbeth), e il musicista Lelio Giannetto, un “contrabbasso parlante”. Un Macbeth calato nella natura, l’unica forza che riesce a combattere l’ambizione sfrenata dell’uomo, con costumi e scene che pescano tra cortecce, semi, piante, foglie. Re Duncan richiama il cipresso, l’albero dei morti; Lady Macbeth è accostata all’edera, che può stringere fino a soffocare; Banquo rimanda al melograno, simbolo di amicizia. I costumi sono dunque “naturali”, Tania Giordano li ha realizzati con precisi dettagli che alludono alle caratteristiche di alcune piante, alle virtù e ai rimedi che si attribuiscono loro. Si tratta del terzo esperimento del puparo e cuntista Mimmo Cuticchio che ha deciso di avvicinarse ancora una volta alla tragedia shakespeariana. Cuticchio al dramma ha già dedicato due spettacoli: “Macbeth per pupi e cunto” nel 2001, realizzato con attori e pupi costruiti appositamente ad altezza d’uomo; e “Quella storia scozzese”, l’anno successivo, che si sviluppava nell’impianto tradizionale del classico teatrino dei pupi. A distanza di 13 anni, eccolo tornare a rileggere Shakespeare per una sperimentazione che parte dalla tradizione del Teatro dei Pupi. La parola di Shakespeare attiva l’immaginario creativo del puparo, intorno ad essa si costruiscono scene e azioni popolate da attori e dai pupi che essi manovrano, in un rapporto dialettico tra interpreti in carne ed ossa, e marionette.
“Possente, misterioso, folle, il Macbeth di Shakespeare mette in scena la forza distruttrice di un’ambizione sfrenata – dice Cuticchio – E’ la parabola di un uomo in balia di forze maligne della natura, che egli si illude di poter controllare e che invece lo schiacceranno, spiritualmente e fisicamente”.
Nel corso dei laboratori e durante le prove dello spettacolo, Cuticchio ha sempre cercato di trasmettere la sua esperienza artistica, come stimolo e fondamento del rapporto tra pupi e attori. “Alla base del lavoro teatrale c’è il riconoscimento della soggettività della marionetta, che contribuisce ad accrescere l’identità e il carattere del personaggio – afferma Cuticchio – In certi momenti l’attore riesce ad esprimere, attraverso il pupo che muove, sfumature espressive di tale intensità, che non riuscirebbe ad ottenere se restasse sempre legato alla recitazione tradizionale. Il pupo diventa la proiezione dei sentimenti e delle passioni del personaggio che l’attore interpreta. La presenza del teatrino tradizionale, in un momento dello spettacolo, contribuisce a raggiungere quello straniamento che i pupi sono capaci di apportare nel teatro epico, rendendo più forti e credibili i momenti cruenti e restituendo perfettamente il clima della tragedia”.
Attori protagonisti sono: Salvatore Ragusa, Paola Pace, Salvino Calatabiano, Giuseppe Provinzano, Dino Costa, Tiziana Cuticchio, Simona Martelli, Isabella Messina, Cesare Maschi, Santa Buttaci, Provvidenza Padalino e Rosalia Riccobono, Giacomo Cuticchio, Nino Cuticchio, Lelio Giannetto (contrabbasso parlante). Ideazione scenica, cunto e regia sono di Mimmo Cuticchio.