mercoledì , Ottobre 9 2024

Cataldo Salerno: da Enna alla Cina. Breve storia delle classifiche farlocche delle università

kore cataldo_salernoDa Enna alla Cina.

Breve storia delle classifiche farlocche delle università, degli autogol e della prestigiosa collocazione della Kore nelle classifiche vere


Ho ascoltato la tribuna elettorale dedicata al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Enna. Gran parte (anche troppa) della tribuna è stata dedicata all’Università. Crisafulli l’ha indicata come motore dello sviluppo dell’economia. Dipietro, invece, non ha trovato di meglio che citare la classifica degli atenei del Sole24Ore dello scorso anno, affermando con compiacimento che la Kore vi è “relegata al penultimo posto degli atenei non statali”.

Ora, io posso capire tutto. Posso capire che, trovandosi in evidente difficoltà, il candidato più debole tenti di buttarla in caciara e di creare la tipica confusione di chi si sente franare il terreno sotto i piedi. D’altra parte, non è mia intenzione intervenire sulle elezioni proprio alla vigilia del voto. Ma, per citare Totò (seppure un poco fuori luogo per un candidato triste), ogni limite ha la sua pazienza.

Parliamo allora di classifiche italiane delle università, cosa ben diversa dalle classifiche delle università italiane. Mi limiterò naturalmente a pochi aspetti perché non voglio tediare chi legge. Tuttavia, chi volesse saperne di più su come si fanno le classifiche italiane delle università, può rinvenire illuminanti notizie, ad esempio, su roars.it, il più diffuso sito web nell’ambiente accademico progressista e di sinistra, e per ciò stesso sicuramente poco noto allo Sfidante, non essendo egli solito frequentare il mondo accademico (di cui naturalmente non ha colpa) ma soprattutto trovandosi del tutto estraneo a quello progressista e di sinistra.

Per brevità, comincio da lontano. Fino a pochi anni fa, la Cina subiva l’emorragia di decine di migliaia di giovani che andavano a studiare all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Una fuga che stava assumendo proporzioni bibliche e conseguenze economiche gravi, tanto più gravi se si considera che in Cina quasi sempre gli studenti che partivano, peraltro quasi sempre figli unici per le note politiche demografiche, in molti casi non ritornavano più in patria dopo essersi laureati. Qualcuno si preoccupò di analizzare il fenomeno e si scoprì che le famiglie cinesi mandavano i figli all’estero perché le loro università non figuravano nelle più celebri classifiche mondiali degli atenei, tutte regolarmente nelle mani degli americani e degli inglesi. Cosa accadde allora? La cosa più semplice di questo mondo: fu promossa su tutta la terra una classifica “made in China” che, anno dopo anno, ha visto le università cinesi prima entrare e poi salire pian piano le postazioni. E in effetti oggi diverse università cinesi hanno guadagnato la fama di essere tra le più prestigiose del mondo (lo erano probabilmente anche prima), con effetti enormemente positivi sull’arresto della fuga dei giovani verso l’estero.

Il Sud d’Italia, da cui fuggono in migliaia per raggiungere università ritenute più prestigiose, dovrebbe probabilmente imitare i cinesi per frenare l’emorragia di giovani meridionali verso gli atenei del Centro-Nord che vengono collocati in cima alle classifiche italiane. E le attuali classifiche italiane più diffuse sono redatte due a Milano e una a Roma, e sono ampiamente penalizzanti, a volte decisamente razziste, nei confronti degli atenei del Mezzogiorno e delle Isole (uno degli indicatori, per darvi un’idea, attribuisce più punti alle università nelle quali si iscrivono studenti da altre regioni: immaginate quanti punti prendono la Sicilia e la Sardegna!). La classifica degli atenei targata Sole24Ore è fatta a Milano dall’omonimo quotidiano di proprietà della Confindustria. Confindustria che, a sua volta, ha due università di sua proprietà: la Luiss di Roma e la Liuc di Varese. Ottimi atenei entrambi, per quello che mi consta, con i quali la Kore intrattiene cordialissime relazioni. Ma tant’è.

E l’Europa continentale? Quella dell’area Euro, come sta messa? Vagamente male, stretta fra tre classifiche mondiali potentissime: una per l’appunto cinese (dell’Università Jiao Tong di Shanghai), l’altra britannica (del Times) e la terza anglo-americana-globale (la Quacquarelli Symonds).

Da qualche tempo, però, l’Europa ha reagito ed è così nato il progetto U-Multirank, che ha cominciato ad elaborare lo scorso anno le prime classifiche di università basate su criteri rigorosamente scientifici che tengono conto di un numero insolitamente altissimo e diversificato di indicatori di qualità (questa volta, tra l’altro, non sono considerati i treni e le navi!). Ebbene, nella classifica U-Multirank 2014 la Kore di Enna è risultata al 15° posto su 31 atenei italiani valutati. Quest’anno è stata collocata al 22° posto su 42 atenei valutati. In testa ci sono il Politecnico di Milano, la Bocconi e Trieste, tutte con più di cento anni di vita. Ah, dimenticavo: le università della Confindustria non hanno acconsentito a farsi valutare da U-Multirank e non sono quindi presenti nella classifica europea.

E intanto gli studenti che chiedono di iscriversi alla Kore sono in aumento: un piccolo contributo alla Sicilia da parte dell’Università di Enna, in controtendenza rispetto al calo che purtroppo si registra negli altri atenei siciliani e del Sud. Ma tutto questo Dipietro, come Alice, non lo sa. Pazienza. Come ama dire Renzi, ce ne faremo una ragione.


Cataldo Salerno
Presidente dell’Università Kore di Enna

P.S. – Non sono “Presidente a vita”, come afferma Dipietro. Ho avuto tre incarichi triennali, l’ultimo scade a dicembre.


Link: Tribuna elettorale Ballottaggi – Comunali Sicilia – Enna – 11 Giugno 2015

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