Q – BALLOTTAGGIO O REFERENDUM?

E venne il giorno (anzi i giorni) del ballottaggio.
Veramente, più che un ballottaggio sembra la partita “Italia contro resto del mondo”, visto che si sono uniti tutti, ex PD, ex Margherita, ex Forza Italia, ex UDC (squadra A), ex MPA, e adesso pure girasoli, amici di Tsipras, e pentastellati senza stelle, con l’unico grido: libertà!
Ma libertà da che cosa e per che cosa? Per scacciare dalla città il cattivone, l’uomo nero. Il programma? Le solite cose, ma soprattutto un programma “contro”. Contro il sistema ATO, perché l’ha inaugurato lui; contro l’Università perché è gestita da lui; contro la facoltà di medicina, perché l’ha pensata lui; contro il sistema di collegamento fra Enna alta ed Enna bassa, perché l’ha inventato lui; anche se ci sono due parcheggi uno quassù e l’altro laggiù? ma certo, abbiamo bisogno di parcheggi ma non di quelli là!
L’Università ha ottenuto più finanziamenti che tutti i comuni dell’ennese messi assieme? Sarà pure merito di chi ha programmato e fatto progetti vincenti e tempestivi? No, è tutta colpa del cattivone, che stabilisce pure i finanziamenti europei, e toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Persino l’intervento sul castello di Lombardia l’avrà realizzato lui (l’ho sentito ad un comizio con le mie orecchie), così come l’aumento degli affitti, la troppa occupazione in certi posti e la disoccupazione in altri, i troppi dirigenti negli uffici regionali e i licenziamenti in quelli provinciali; i negozi che chiudono e gli outlet che aprono, sempre lui!
E poi pensate che aveva pure escogitato un aeroporto intercontinentale nella piana di Centuripe, che i cinesi, abituati a fare le cose in sei mesi, stanno ancora aspettando assieme ad un pezzo del porto di Augusta (parola di don Raffaele e delle sue fiction)!
Una domanda mi sorge spontanea (come diceva qualcuno): ma se ha sempre comandato lui, come mai alcune cose non sono andate avanti? Come mai i “suoi” sindaci, i “suoi” consiglieri comunali, le “sue” amministrazioni di ogni tipo e colore non gliele hanno fatte fare? Non importa: sarà stato lui stesso a boicottarsi da solo!

E l’avversario?
A sentire gli interventi sulla stampa sembra di leggere quei racconti dell’ottocento inglese (tipo Oliver Twist o David Copperfield) dove il protagonista è il povero orfanello che viene maltrattato dal cattivo di turno, sfruttatore di bambini, organizzatore di bande di giovani delinquenti, colpevole di tutte le malefatte dell’universo creato.
Quello che non corrisponde è che il protagonista di questo romanzo (che chiameremo Maurizio solo per comodità) non è affatto un povero orfanello. Non solo non è figlio di nessuno ma, anzi, di genitori politici ne ha tanti. Ne ha di tutti i colori: bianchi, azzurri, celesti, e adesso pure rossi o con le stelline. Alcuni di questi sono stati anche loro potenti, anche loro protagonisti della storia politica ennese, a volte in prima fila accanto al candidato avversario, che ripudiano adesso o hanno ripudiato da un po’ di tempo.
Se il cattivone di turno è colpevole di tutto quanto è avvenuto o non è avvenuto in questa città e anche fuori in questi anni, i padrini politici, i supporter, gli alleati dell’orfanello non sono stati a loro volta degli angioletti.
Mi direte che questa è la favola del lupo e dell’agnello. Che colpa ne ha il presunto agnellino (con il diminutivo per non confonderlo con un ex sindaco anche lui innocente), se i suoi genitori sono stati onorevoli regionali o nazionali, assessori regionali o indoeuropei, se sono stati sindaci o presidenti di provincia, consiglieri, assessori o presidenti del consiglio (comunale naturalmente), se hanno governato direttamente o indirettamente amministrazioni comunali e provinciali, se hanno amministrato enti e società (a volte assieme al cattivone, anche se sempre a fin di bene, naturalmente)? Nulla.
Certo costoro non hanno pensato niente, non hanno progettato niente, non hanno inventato niente, non hanno ottenuto niente per questa città e per questa provincia, perciò non è la stessa cosa… al massimo avranno piazzato qualcuno qua e qualche altro là, avranno nominato qualche dirigente qua e qualche altro là, ma niente di impegnativo.
Così come l’agnellino non ha colpa se è stato per un bel po’ di tempo consigliere comunale, votando ogni tanto qualcosa di cui poi si è pentito o perché “doveva farlo”, ma senza lasciare traccia del suo passaggio come i sodali eletti nuovamente in Consiglio e i suoi sponsor politici (che un vecchio politico locale definiva malignamente “zero-zero-zero” vista la gran mole di disegni di legge, interrogazioni, provvedimenti e di lavoro svolto durante i loro mandati…).
Ma mi chiedo, è mai possibile che, al contrario, il cattivone sia stato così onnipresente da essere protagonista di qualsiasi cosa sia avvenuta da queste parti, grandine e alluvioni comprese? Sia stato così onnipotente da condizionare tutte le scelte di questa città, sia che le amministrazioni fossero di destra o di sinistra?
Adesso qualcuno vuol farmi capire che è meglio scegliere un altro sindaco inutile, come ne abbiamo avuti tanti in questi ultimi quindici anni, sicuri che solo così cambieremo il volto di questa città?
Con questa gente accanto? Con questo schieramento di vecchie glorie? Con questi precedenti? Con questi progetti? Con questa linea politica unitaria? Con questo schieramento che va dall’estrema destra all’estrema sinistra?
A dire la verità, come diceva il buon Paolo Villaggio, come programma mi sembra proprio una cagata pazzesca!

Q – G.L. Borghese


Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
Q è “plurale” anche in un senso più ampio.

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