Quello che è avvenuto è un grande evento e non solo per la città di Enna.
Se proviamo a leggerlo in chiave più ampia e con le lenti disincantate dell’osservatore esterno, capiamo che è di una portata e di un significato ancor maggiori.
Al di la dell’ovvio compiacimento di nemici ed avversari di Crisafulli per averlo visto pesantemente ridimensionato, al di la della soddisfazione di Maurizio Di Pietro e della sua squadra per aver conseguito un successo, per niente scontato, contro il gruppo dirigente più potente ed accreditato, al di la del sentimento di rivalsa e di vendetta di quanti, nel tempo, si sono sentiti defraudati del ruolo e dello spazio politico che non sono riusciti a difendere, al di la di tutto ciò, si registra finalmente un’importante affermazione del metodo democratico, e non è poco. Non perchè è stato vinto un tiranno liberticida, un prevaricatore, un accentratore spregiudicato, ma perchè finalmente si è deciso di affrontare il personaggio politico più temuto, ancorchè dai modi discutibili e difficilmente condivisibili, su un terreno squisitamente politico e prettamente democratico.
Finalmente si è smesso di confidare nell’intervento della magistratura come fattore risolutivo e sostitutivo del confronto politico, si è smesso di invocare i dirigenti di partito per decretare espulsioni o giudizi di “impresentabilità” o “inopportunità”, si è smesso di appellarsi alle scorribande mediatiche dell’Arnone di turno, si è smesso di controbattere sul piano morale argomenti essenzialmente politici.
Aver vinto attraverso una normale competizione elettorale, a viso aperto, senza interferenze, ridà fiducia ai cittadini e alla loro libera espressione del consenso, rimette al centro i metodi democratici fondati sul rispetto delle regole e sulla contrapposizione leale anche se dura.
Ognuno ha giocato le proprie carte e i propri argomenti, i cittadini si sono fatti la propria idea ed hanno votato scardinando l’opinione diffusa di essere vittime di ricatto o ostaggio del gruppo dominante.
Una vittoria siffatta non lascia sul campo vittime ma sconfitti.
Si afferma così, con forza, il metodo dell’alternanza e vedremo fra cinque anni cosa avrà saputo fare Dipietro e giudicarlo alla luce dei fatti.
È vero che la maggioranza del Consiglio va all’opposizione, ma questo non è detto sia un vero e isormontabile problema.
Lo diventa se l’opposizione si farà guidare dalla cieca voglia di vendetta o se la vittoria darà alla testa al Sindaco e si lascerà andare a comportamenti arroganti e di chiusura, o se l’uno e gli altri dimenticheranno e tradiranno le promesse elettorali e l’impegno assunto davanti a tutti di voler fare solo gli interessi della città e dei cittadini.
Onore ai vinti e auguri ai vincitori, che sappiano ora concorrere al riscatto di questa città e risollevare le sorti di un economia allo stremo.
Al Sindaco mi sentirei solo di consigliare di saper cogliere la voglia di partecipazione e di coinvolgimento che cresce sempre più da una buona parte della società civile che non aspetta altro di poter contribuire alla rinascita del senso di comunità e di sentirsi protagonista di una nuova stagione all’insegna della crescira sociale, culturale ed economica.
Tonino Palma