Fatta l’agenda politica, anche a seguito degli impegni assunti con gli elettori, i neo Sindaci eletti in provincia di Enna dovranno affrontare nel dettaglio le numerose problematiche già riposte sui loro tavoli. Questa Redazione, attraverso i suoi collaboratori esperti in materia, darà il proprio contributo per vigilare sulla qualità delle decisioni pubbliche che saranno adottate. Come già detto la gestione del servizio idrico nel contesto dell’annunciata ri-publicizzazione è una delle priorità politiche.
Ne parliamo con Massimo Greco.
Si arriverà a ri-pubblicizzare la gestione del servizio idrico?
L’attuale quadro normativo non consente l’obbligo pubblicizzare la gestione del servizio idrico, l’effetto del referendum è stato solo quello di eliminare l’obbligo delle gestione del servizio attraverso il mercato concorrenziale. E’ competenza dell’Autorità d’ambito decidere per quale modello di gestione optare, in house, mediante società mista o affidandosi al mercato concorrenziale dei gestori privati.
L’ATO idrico di Enna ha optato per la gestione trentennale del servizio affidandola in concessione ad AcquaEnna
Esattamente, e questo è un problema perché anche nell’ipotesi di mutato quadro normativo la convenzione in essere sarà assicurata da un periodo di transizione che potrà fissare la decadenza dell’affidamento tutelando però gli interessi privati del concessionario.
Ma all’ARS c’è già un disegno di legge che ri-pubblicizza la gestione del servizio idrico…
Sì, il legislatore regionale potrà intervenire sui soggetti che dovranno gestire il servizio in sostituzione delle attuali AA.TT.OO., ma non potrà intervenire in materia di appalti di servizi e mercato concorrenziale, competenza che rimane in capo allo Stato che, in materia, ha comunque programmato l’adeguamento della normativa in materia agli esiti del referendum, ri-pubblicizzando la gestione del servizio idrico e trasformando l’attuale tariffa, quale corrispettivo del servizio, in tributo.
…quindi la provincia di Enna è condannata ad avere una gestione privata del servizio per ulteriori 20 anni?
Temo di sì, soprattutto se non ricorre nessuna delle sanzioni risolutorie previste nella convenzione con AcquaEnna.
Ma i comitati cittadini e lo stesso Sindaci Dipietro si sono rivolti alla magistratura su questo argomento…
Tra le sanzioni risolutorie è prevista una clausola risolutiva espressa allorquando il concessionario non versi il canone annuale di concessione all’ATO in violazione dell’art. 19 della convenzione. Questa inadempienza è stata espressamente inclusa dalle parti contraenti tra i gravi inadempimenti che giustificano la risoluzione di diritto della convenzione. Ma vi è di più, la mancata riscossione di tale canone di concessione che ammonta a circa 640 mila euro l’anno provoca un danno erariale, trattandosi di entrata pubblicistica e come tale non negoziabile.
Ma ad AcquaEnna dicono che questo debito andrebbe compensato con dei crediti che la società vanta nei confronti dell’ATO…
E’ probabile, ma il canone di concessione va corrisposto annualmente ed inserito tra le voci di entrata fissa nel bilancio annuale del Consorzio ATO idrico e diventa residuo attivo se non coperto entro l’anno corrente. Mentre i crediti, ammesso che ci siano, rientrano nell’ordinario rapporto tra Amministrazione aggiudicatrice ed Ente gestore.
Forse non sono così certi i crediti vantati da AcquaEnna?
Non metto in dubbio che ci siano dei crediti, vorrei però far presente che rimane aperta la questione delle famose “partite pregresse” la cui legittimità è sottoposta al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, pertanto userei maggiore cautela a dare per scontati tutti gli aspetti finanziari ed economici sottesi al trifasico rapporto tra Autorità d’Ambito, AcquaEnna e utenti/consumatori
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