La ciliegia è il frutto del ciliegio (Prunus avium) che fu importato a Roma nel 72 a.C. da Lucio Lucullo. Si differenzia dal ciliegio visciolo (Prumus cerasus) detto amarena perché quest’ultimo ha un sapore più acido. Sia la ciliegia che l’amarena hanno le stesse proprietà ma si differenziano per il loro sapore dolce con punte di acidulo per il Prumus avius e amaro francamente acido per il Prumus cerasus. Il colore, normalmente rosso, può spaziare, a seconda della varietà, dal giallo chiaro del “Graffione” bianco piemontese al rosso quasi nero del “Durone” nero di Vignola. La polpa assume colorazione e consistenza diverse a seconda della varietà passando dal bianco al rosso nerastro e dal tenero al croccante tipico per quest’ultimo caso nella specie del durone nero. Il frutto matura nel periodo primaverile-estivo e contiene un solo seme duro, color legno. La ciliegia è costituita dal 70% di acqua che fa di questo frutto un importante alimento per le stagioni calde, dal 10% di zuccheri ed da una buona presenza di vitamine (A e C) nonché minerali (Potassio e Fosforo). La ciliegia contiene le antocianine che inibiscono ciclossigenasi liberate dai processi infiammatori; pertanto sortiscono un effetto simile a quello dato dalla comune aspirina senza però avere effetti collaterali. Il beneficio, che dà più preziosità a questo frutto, è quello dato dall’azione antiossidante delle antocianine e dall’azione antitumorale soprattutto per il cancro al colon come rilevato da studi dell’università americana “Michigan State University”. Come nota curiosa San Gerardo dei Tintori, che si festeggia a Monza nella chiesa a lui dedicata il 6 giugno, è il protettore della ciliegia. Si racconta che il santo si trattenesse spesso in chiesa a pregare fino a tarda ora. Una sera, per convincere i canonici del Duomo a lasciarlo rimanere oltre l’orario di chiusura, promise loro un cesto di ciliegie; benché fosse pieno inverno, gliele consegnò subito la mattina successiva con lo stupore di tutti. A seguito di questo miracolo l’iconografia ritrae San Gerardo con un rametto di ciliegie.
Rosario Colianni