Ficarra (Me). Prende il via la prima delle due Summer School legate al progetto “Ficarra Contemporary Divan”, promosso da La Stanza della Seta – Museo Palazzo Milio con il Comune di Ficarra, con la direzione artistica di Mauro Cappotto. Fino al 22 luglio la residenza di Hugo Canoilas, seguita dal curatore senior Giovanni Iovane, si arricchisce della partecipazione di dieci artisti e studiosi internazionali che, coordinati dal curatore junior Francesco Lucifora, lavoreranno a stretto contatto con l’artista portoghese. L’intero paese verrà coinvolto nella realizzazione dei progetti, specificatamente ideati per il luogo e realizzati con maestranze e materiali locali. Ecco i nomi: Meris Angioletti (Italia), Thomas Knoefl (Germania), Mark Kremer (Olanda), Emmanuelle Lainé (Francia), Ana Manso (Portogallo), Marco Pasi (Olanda), Atlas projectos (André Romão, Nuno Luz) Portogallo, Benjamin Valenza (Francia), Club Moral (Danny Devos e Anne-Mie Van Kerckhoven – Belgio).
Il progetto “Ficarra Contemporary Divan” si propone di promuovere il territorio locale, riconosciuto per le sue nobili origini e la sua cultura storica e letteraria, grazie all’interazione con il mondo dell’arte contemporanea, attraverso due stimati artisti europei che lavorano per quasi due mesi al fianco di un folto gruppo di giovani artisti internazionali. Alla residenza di Hugo Canoilas seguirà quella di Lois Weinberger, che lavorerà a Ficarra dal 23 luglio al 29 agosto in dialogo con il curatore senior Lorand Hegyi. All’artista viennese si affiancheranno, con la seconda Summer School, altri dieci giovani artisti, coordinati questa volta dal curatore junior Vincenzo Estremo. L’intero progetto terminerà con l’inaugurazione della mostra finale, che si terrà nei giorni 29 e 30 agosto. Le opere realizzate verranno presentate all’interno di diversi contesti: a Palazzo Milio, il cui fulcro è la Stanza della Seta, in quattro vetrine site all’interno del centro abitato, tra cui quelle di Palazzo Busacca, e in altri punti del paese scelti dagli artisti durante le residenze. Un’idea di “museo diffuso” che, uscendo dai limiti di un luogo chiuso e coinvolgendo invece, il contesto abitativo e il territorio limitrofo crea, come sottolinea Mauro Cappotto, “una nuova occasione di contaminazione e di produzione, in cui i nuovi linguaggi si intrecciano con la potenza della memoria, innescando processi di rigenerazione.”