“Vitti na crozza” e subito lo stadio “supra lu cannuni” Così Vasco Rossi alla meravigliosa Sicilia, “in bocca al lupo” siciliani…oddio che gli avranno detto?!
E ogni volta, come sempre, il suo pubblico risponde. Commosso, contento, felice; alzando le mani al cielo, caldo e stellato di Messina, il pubblico, il suo pubblico, ha cantato Alba Chiara: la canzone! Dal palco del San Filippo, Vasco Rossi alla sua gente ha concesso poche parole parlate. Lui canta e attraverso le canzoni emoziona e dopo “Sono innocente” il delirio di grandi e piccini è esploso, perché parecchi piccini c’erano. Famiglie “normali” cinquantenni estasiati, adolescenti sobri e gente tanta, tantissima gente che sotto al sole cocente ha bivaccato paziente, rinfrescandosi con l’anguria e passandosi il salame turco: “lo assaggi signora che è buono” “grazie! Buono è!”. Contro l’afa il popolo del Blasco si è difeso così: mangiando, bevendo e spogliandosi: reggiseno e pantaloncini per le signore, anche le più attempate e pantaloncini e petto villoso per i signori, anche i non palestrati. “ Chilometri di automobili per quarantamila presenze, sindaco compreso. Una festa insomma soprattutto per i venditori di kebab, granita siciliana, salsiccia e birra. “Ogni ssira VVasco RRossi ci vulissi” gridava contento il paninaro siculo. Fiumi e fiumi e fiumi di birra, peccato che mancassero i sacchetti per i rifiuti e alla fine del concerto lo stadio era un tappeto di rifiuti, nonostante che in molti le bottiglie le avessero impilate nei cartoni raccattati dagli ambulanti per evitare che rotolassero di sotto. Accorinti si organizzi meglio per la prossima volta! Se però non si potesse meglio organizzare non tema, la comunità ha saputo sopperire a qualche “mancanzedda”. Ho visto formarsi una catena di braccia per una carrozzina impigliatasi nella folla, ho visto passare di mano in mano l’acqua per sbollire le teste calde dei piccoli fans e ho sentito un’umanità aperta, meno peggio di quel che spesso si racconta. “Deviazioni” “Nessun pericolo per te” “E..” “Luna per te” La noia” e su “Rewind” sul palco è volato un reggiseno fucsia. Sarà stato della panciuta scalmanata che iniziava il suo nascituro al maestro? Due ore piene di musica, luci e storie… E la storia è alla fine con “Sally”, “Siamo solo noi”, “Vita spericolata” e lei: “Alba chiara”.
Da Messina una vasconvolta Gabriella Grasso
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