Si sono scomodati tutti, la fila dei sepolcri imbiancati, dei grandi pensatori, in ultimo Gad Lerner che parla di “Populismo Stradale” dei Cinque Stelle.
Ora, che al Movimento l’occasione sia parsa ghiotta non abbiamo alcun dubbio, che la gente abbia visto in questa iniziativa un segnale del “fare” piuttosto che il solito fanfaroneggiare del politico, non mi pare si possa discutere. Ma mi piace fare alcune brevi considerazioni.
Se questa opera fosse stata fatta in un paese nel quale chi deve fare fa, avremmo potuto dire, come molti di quei sepolcri, che la strada è una trazzera, è in forte pendenza, non si potrà percorrere che a 20 Km. orari, è una semplice via di fuga…
Quest’opera, invece, che lo si dica, è stata fatta in Sicilia, in un paese nel quale chi deve fare fa tutto tranne quel che deve fare.
Per spiegarmi vado indietro di qualche anno, la Statale (che non è una Regia Trazzera abbandonata dai tempi dei muli ma una delle strade di proprietà e competenza dello Stato) che unisce Calascibetta a Alimena e che serve al traffico tra Enna e Nicosia, servendo le frazioni di Cacchiamo, Villadoro e Milletarì, viene investita da una gigantesca frana, tonnellate di roccia scendono a valle ed distruggono un tratto della sede stradale.
La frana suscita un poco di clamore, riunioni, questioni, infine l’ANAS decide che della strada, dei cittadini, dei Sindaci, della gente di questo territorio se ne può catastrafottere.
Dopo diversi tentativi di risvegliare “lo Stato” nella sua versione tecnica (leggasi l’ANAS), si riesce ad ottenere una “bretella” che sfruttando delle strade interpoderali tra i comuni di Calascibetta e Villarosa, ricongiunge i due tronconi della Statale interrotta dalla frana. Ebbene quella bretella, in alcuni punti così stretta da far passare una sola autovettura va paragonata alla “Via dell’onesta”. Vi prego, fatevi un giro, provate con grande prudenza buoni freni e suonando circa quarantasette volte il clackson a percorrere la fantastica opera di ingegneria, questo toboga d’asfalto che in alcuni punti ha pendenze tali da far rischiare il surriscaldamento dell’impianto frenante.
Fatta la prova, preso atto del “genio ingegneristico” e del grande affetto dimostrato per il nostro territorio da questa creatura bicipite che è l’ANAS, prendete una mappa del territorio e provate con una matita rossa a segnare tutte le strade statali o definitivamente chiuse per abbandono di campo, (come la SS117 bis da bivio Benesiti a Bivio Furma), o con cantieri aperti o, peggio, con gravi pericoli alla circolazione…
Vi pare complicato? Vi aiuto io, fate al contrario, segnate in azzurro quelle nelle quali non risultano pericolosità alla circolazione, la matita vi resterà intonsa.
Ora che tasse paga un siciliano? Le stesse dell’emiliano. Che diritti avrebbe un siciliano? Gli stessi del veneto, che condizione orografica ha un siciliano? Più o meno la stessa di gran parte dei toscani, dei liguri, degli umbri, dei marchigiani…
E quei sepolcri imbiancati di che parlano?
Io non sono un aderente al Movimento Cinque Stelle, e non milito da oltre 12 anni in nessun partito, faccio sì politica, mi impegno affinché il territorio nel quale vivo non soffra di queste evidenti disparità, della negazione dei diritti fondamentali. Facendo questa politica devo necessariamente comprendere con chi devo prendermela, chi è il mio avversario, chi fa da tappo alla equa distribuzione dei diritti. Ebbene, quell’avversario è in Sicilia un Governo Regionale incapace e mantenuto in vita da una maggioranza parlamentare legata solamente al proprio personale interesse (leggasi il percepimento delle laute spettanze degli onorevoli).
Vi basta?, poi che vorrete detto che la “via dell’onestà” è in salita? Vero è, ma varrà la regola di Troina, “tutti i muntati addiventanu pinnina”!
Giuseppe Maria Amato
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