martedì , Ottobre 15 2024

Enna. Il grande flop della Riserva Naturale di Pergusa. Rintuzza ing.Colajanni, ma confermiamo: struttura ferma con le quattro frecce da diversi anni. Commissario Lo Monaco restituisce 1,5 mln a Bruxelles

Il grane flop della Riserva Naturale di Pergusa
di Massimo Greco

Riserva PergusaSe Sparta piange Atene non ride. Se le attività motoristiche di Pergusa languono ormai da anni, quelle sottese alla istituzione della convivente Riserva Naturale Speciale di Pergusa sono morte e sepolte. La Riserva di Pergusa è ormai solo un fatto cartaceo e vincolistico, non registrandosi alcuna forma di vitalità/valorizzazione attorno ad un bene naturalistico e paesaggistico di valenza unica in Sicilia. Ovviamente le responsabilità ricadono tutte sulla ex Provincia regionale di Enna, individuata quale Ente gestore da una nefasta legge regionale degli anni ’90. L’individuazione per legge dell’Ente gestore si configurò infatti un’anomalia nel sistema ordinamentale dei parchi e delle riserve in Sicilia, pensando di sottrarre alla Regione ogni tipo di decisione capace, potenzialmente, di ostacolare le attività motoristiche. Niente di più sbagliato, la Riserva, affidata al soppresso ente territoriale di governo provinciale, non è mai decollata non solo per l’incapacità dell’Ente medesimo di risolvere definitivamente la diaspora tra Riserva e attività motoristiche, ma per il sopraggiungere dei vincoli di stabilità finanziaria che hanno impedito di reclutare quelle figure professionali necessarie per far partire la macchina organizzativa della Riserva. Il finanziamento regionale, all’uopo concesso dalla Regione, è stato infatti congelato in un cassetto della ex Provincia ed imbrigliato tra le pieghe dello sforato rapporto tra spese correnti e spese del personale. Quindi nessuna opera di sistemazione delle zona “A” della Riserva che doveva essere curata dalla ex Provincia, così come nulla è stata fatto dal Comune di Enna in ordine al piano di utilizzo dell’aera di pre-riserva. L’abbandono più totale di un bene pubblico come la Riserva di Pergusa dimostra, ancora una volta, l’incapacità di una classe politica locale di rispondere alle occasioni del federalismo e della sussidiarietà verticale. In una regione governata dalla Lega, verosimilmente, non sarebbe mai accaduto niente di simile. Adesso si abbia, quanto meno, l’umiltà di dire che l’attribuzione per legge della Riserva alla Provincia è stata un scelta sbagliata, restituendo alla Regione la relativa gestione, anche al fine di liberare la stessa da quei vincoli finanziari in cui risulta ingabbiato il sistema finanziario della soppressa Provincia. In tale contesto andrebbe fatto buon uso del citato principio di sussidiarietà verticale in forza del quale, in presenza di un’accertata inidoneità del livello istituzionale più basso all’esercizio di una funzione amministrativa, quest’ultima viene attratta dal livello istituzionale immediatamente superiore. La sede più appropriata per riconsegnare la gestione della Riserva alla Regione poteva essere quella della recente riforma dell’ente intermedio nella quale, peraltro, si fa pure cenno alla gestione delle riserve, ma probabilmente i Parlamentari ennesi non hanno avuto alcun interesse a farsi promotori di tale iniziativa che, all’evidenza, si presenta priva di ritorno elettorale. Saprà il nuovo Libero Consorzio di comuni, che eredita siffatto immobilismo istituzionale, trovare le giuste soluzioni? Conoscendo, uomini, Istituzioni e dinamiche politiche, ci permettiamo, nostro malgrado, di essere pessimisti.


Riceviamo (non solo noi, ma “deontologicamente” a tutti gli organi di stampa) la seguente precisazione a firma dell’ing.Giuseppe Colajanni – Dirigente del Settore del Libero Consorzio di Enna
“Adeguata ed appropriata gestione della Riserva Naturale di Pergusa da parte della ex Provincia Regionale di Enna
Leggiamo l’articolo dal titolo “il grande flop della Riserva Naturale di Pergusa” nel quale sono contenute una serie di inesattezze e una serie di accuse inverosimili e paradossali, che dispongono il lettore ignaro a giudicare l’operato dell’ex Provincia Regionale di Enna, in ordine alla gestione dell’area portetta in questione, in modo assolutamente distorto con una connotazione alquanto negativa ma non rispondente alla realtà dei fatti.
Innanzitutto è doveroso correggere il tiro sul fatto che la “anomalia del sistema ordinamentale dei parchi e delle riserve in Sicilia” che, attraverso una “nefasta legge regionale”, individuò la Provincia quale Ente gestore della riserva, non fu una meteora riguardante unicamente l’Amministrazione ennese ma “colpì” ben otto Province siciliane su nove, per un totale di 13 aree protette a cui se ne aggiungono 12 gestite dalla associazioni ambientaliste, su un totale di 76 sparse nel territorio isolano.
Dal momento che abbiamo fatto riferimento al quadro giuridico, occorre dire che la suddetta Legge (art. 13 L.R. 71/95) attribuisce alla Provincia Regionale di Enna, in qualità di ente gestore, l’onere della gestione finalizzata a garantire interventi mirati e concertati con gli organismi regionali preposti, non solo per il decollo della Riserva, inteso nell’accezione di vitalità/valorizzazione/fruizione e godimento, ma anche e, soprattuto, per il mantenimento delle condizioni di integrità del sito dal punto di vista ambientale, naturalistico e paesaggistico.
La ex Provincia (l’autore dell’articolo, in quanto rappresentante istituzionale dello stesso Ente a cui attribuisce gravi responsabilità, ne è sicuramente a conoscenza) ha profuso notevole impegno programmatico e non poche energie nell’espletamento di questa missione.
Bisogna far evincere, infatti, che l’attuale positivo bilancio idrico lacuale (acqua dentro il lago) per cui tutti possono ancora parlare e vedere il Lago di Pergusa – e non quella landa desertica in cui fino a pochi anni addietro lo stesso era ridotto – è il risultato del grandissimo impegno politico, tecnico ed economico della ex Provincia Regionale di Enna che con interventi privi di qualsiasi impatto ambientale “aiutò” il lago a ripristinare i bilanci idrici. In quell’occasione la Provincia di Enna non ottenne alcun aiuto finanziario dalla Regione che adesso, “qualcuno” vorrebbe nel protagonismo gestionale.
Lo stesso impegno della Provincia Regionale di Enna è da annoverare negli interventi di attività scientifica relativi al monitoraggio ambientale, allo studio e lotta biologica alle zanzare ed al monitoraggio e studio dell’avifauna, per i quali l’Ente gestore continua a impegnare notevoli risorse economiche senza ottenere alcun contributo finanziario dalla Regione che, adesso, si vorrebbe diventasse il “migliore attore non protagonista” della gestione della Riserva naturale.
Ed ancora lo svolgimento di interventi di decespugliamento e pulizia antincendio, la promozione delle attività di Educazione Ambientale e di progetti rivolti specificatamente alle scolaresche, la realizzazione di un portale dedicato, l’installazione della segnaletica di zonizzazione, l’ausilio alle aziende agricole per il mantenimento di pratiche biologiche e per i danni da fauna selvatica, la gestione di problematiche complesse come: l’emergenza sanitaria della moria dei pesci, l’eutrofizzazione delle acque a causa dello sviluppo di alghe tossiche, l’eradicazione di essenze alloctone, la costituzione di tavoli tecnici per la risoluzione dei problemi di sversamento della rete fognante, che il PARF approvato dalla stessa Regione fa sversare, nei troppo pieni, dentro al Lago.
In merito alla dichiarazione che la riserva “è ormai solo un fatto cartaceo e vincolistico”, corre l’obbligo di puntualizzare che con la mancata redazione dei Piani di Utilizzazione e di Zonizzazione (la cui responsabilità è in carico rispettivamente al Comune e alla Regione per il tramite del Comitato Provinciale Scientifico), i quali avrebbero dovuto rappresentare lo stato giuridico urbanistico dell’area protetta, la responsabilità amministrativa della stessa è ricaduta in capo all’ente gestore che ha dovuto fare riferimento, al fine di garantire la certezza di diritto, unicamente al vigente Regolamento di gestione, redatto proprio per iniziativa della Provincia Regionale di Enna.
Ciò è dimostrato dalla grande attenzione nella prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio che registra il tasso minore rispetto a tutte le altre riserve naturali siciliane, soprattutto, nella considerazione che l’ambito della RNS Lago di Pergusa è fortemente antropizzato. Nè va sottaciuto – come prima preannunciato – il grande impegno propositivo della Provincia Regionale di Enna, tramite i propri uffici, nella definizione regolamentare che con grande sinergia e collaborazione istituzionale tra Soprintendenza, Comune, Genio Civile e Ispettorato Forestale potè definire quello schema di regolamento condiviso dalla stessa Regione, sbloccando una situazione che, fino ad allora, era impantanata, questa sì, nei cassetti assessoriali.
Con riferimento al reclutamento delle figure professionali necessarie da impiegare per la Riserva, ed in particolare al congelamento delle risorse de qua, si ricorda che tali mancate assunzioni di personale sono state il frutto di scelte di indirizzo politico non perfettamente in linea con i conseguenti percorsi giuridico amministrativi da attivare e che hanno portato, di fatto, alla preclusione delle procedure di reclutamento del personale poiché la Regione siciliana ha da anni bloccato le nuove assunzioni.
Appare del tutto evidente che nel corso degli anni l’ex Provincia Regionale di Enna ha acquisito un know how gestionale ampiamente riconosciuto a livello nazionale, tant’è che alla stessa nel 2006 venne assegnato il Premio “La città per il verde” nella categoria delle Province d’Italia da parte del Verde Editoriale, Fondazione Fiera Milano, Padova Fiere Spa ed Eurofloracon la seguente motivazione: “per la particolare attenzione rivolta al patrimonio naturalistico dimostrata attraverso studi e progetti di monitoraggio ecosistemico sviluppati in modo costante ed integrato…. La giuria sottolinea, inoltre, il pregevole intervento di ripristino del Lago di Pergusa, bacino lacustre locale, in precedenza quasi totalmente prosciugato”.
L’ex Provincia ha parallelamente incentivato la diffusione dei valori naturalistici ed ambientali dell’area con la produzione di un patrimonio editoriale e multimediale di grande valore divulgativo ed ha implementato il proprio patrimonio immobiliare, acquisendo le aree piu’ pregevoli attorno al lago senza l’aiuto finanziario della Regione, anche se normativamente previsto e richiesto.
Indubbiamente, le nuove vicende legate alla nascita dei Liberi Consorzi di Comuni, alla conseguente riorganizzazione delle funzioni nonché al sopraggiungere dei vincoli di stabilità finanziaria, pongono l’opinione pubblica di fronte a grossi interrogativi sul futuro non solo della R.N.S. Lago di Pergusa ma della complessiva attività del nuovo Ente intermedio. Possiamo, tuttavia, affermare con ogni certezza che nessun dubbio deve essere insinuato sul passato e presente gestionale della R.N.S. Lago di Pergusa: non da ultimo sul fatto che grazie alla ex Provincia Regionale di Enna tale ambito naturale protetto che è, soprattutto, Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale dell’Unione europea, è dotato di un Piano di Gestione adeguato alle esigenze di tutela, salvaguardia e fruizione-valorizzazione turistica”.


Controdeduzioni.
pergusa incendio riservaL’accorata replica a firma del Dirigente del Settore Ambiente Ing. Colajanni, ancorchè dotata di interessanti informazioni, non è in grado di impallidire quanto da noi affermato e diffusamente presente nell’opinione pubblica: la Riserva Speciale di Pergusa, al netto del ripristinato livello lacustre e delle lodevoli iniziative della Biologa Termine, è una struttura ferma con le quattro frecce da diversi anni.
Preliminarmente, non può non rilevarsi il difetto di rappresentanza in cui incorre il Dirigente del Settore Ambiente allorquando si ritiene legittimato a replicare in nome e per conto della ex Provincia Reg.le di Enna, oggi Libero Consorzio di comuni. La rappresentanza esterna di un Ente territoriale di governo appartiene infatti a chi ha la titolarità di sintetizzare la volontà dell’Ente che, notoriamente, contempla sia le funzioni di indirizzo politico, di competenza degli organi di governo, che quelle gestionali, di competenza dei Dirigenti. Essendo gli organi di governo commissariati, detta titolarità appartiene al Commissario straordinario. La precisazione non è solo una formalità, ma investe un problema sostanziale. Infatti l’individuazione delle responsabilità dell’immobilismo in capo all’Ente gestore non è stata da noi discriminata tra organi di governo e organi gestionali, a cui appartiene il Dirigente di Settore Colajanni. Se non conoscessimo la professionalità e l’abnegazione dell’Ing. Colaianni e dei suoi collaboratori potremmo facilmente ricorrere alla locuzione excusatio non petita, accusatio manifesta. Invero, riteniamo che nel contesto di una responsabilità oggettiva e d’apparato della ex Provincia regionale di Enna per essere stata individuata dalla legge e non da un percorso amministrativo partecipato (come avvenuto per le altre Riserve affidate a Province Regionali), le colpe maggiori vanno ricercate negli organi preposti a fare le scelte politiche e non anche in quelle preposte solamente ad eseguirle. Cioè in coloro che, ad esempio, non hanno mai voluto seriamente affrontare il problema della compatibilità della Riserva Naturale di Pergusa e le attività sportive del circuito automobilistico. O in coloro che hanno accettato il declassamento dell’interesse pubblico sotteso all’istituzione della Riserva, per non intralciare le attività motoristiche del circuito. Contrariamente a quanto affermato nella replica, la Riserva di Pergusa, infatti, è l’unico caso in Sicilia in cui l’istituzione è avvenuta per legge e non secondo le ordinarie procedure amministrative previste dalle norme in materia di parchi e riserve. Solo attraverso un siffatto colpo di mano legislativo si è potuta declassare una Riserva Naturale da Integrale, qual’era nel vincolo biennale del ’90 e nel piano regionale del ‘91, a Riserva Naturale Speciale. Mentre non si sono mai comprese le ragioni scientifiche di tale declassamento, attesa l’assenza di ogni parere preventivo degli organi consultivi preposti in materia, si sono ben comprese quelle reali: la riduzione del regime vincolistico. Con questo non vogliamo dire che la Riserva di Pergusa meritava il mantenimento della originaria classificazione, non avendo una specifica competenza in materia, vogliamo solo evidenziare, ancora una volta, che le scelte politiche, a cui si è financo prestato il legislatore regionale, sono state strumentalizzate per stabilire arbitrariamente e senza alcun supporto scientifico una gerarchia tra interessi pubblici. Il risultato finale è, come già argomentato, che entrambi gli interessi pubblici (quello sportivo e quello naturalistico), apparentemente in contrasto, non sono idoneamente ed adeguatamente perseguiti dagli Enti alla cui cura sono preposti.


Come volevasi dimostrare – di Giuseppe Maria Amato, Consulente Ambientale e Presidente CEA Sicilia
enna pergusa Chatelet
L’articolo pubblicato da Massimo Greco sulla Riserva Naturale di Pergusa, più che altro basato su questioni di carattere giuridico ed amministrativo, questioni, peraltro, già da gran tempo affrontate sia dalle associazioni ambientaliste che sin dal 1995 furono contrarie all’affidamento per legge alla Provincia Regionale di Enna di una Riserva “Speciale” la cui specialità era semplicemente quella di creare un ibrido nel quale l’Autodromo avrebbe potuto continuare a vivacchiare danneggiando il lago, sia successivamente da chi scrive, in veste di Assessore al Territorio ed all’Ambiente della provincia Regionale di Enna, quando tentò di superare uno dei peggiori danni creati da questo affidamento e cioè la impossibilità dell’Ente gestore di avere un proprio personale dedicato esclusivamente alla gestione, L’articolo, dicevo, invece è stato come al solito letto esclusivamente nel titolo ed ha sortito il solito schiamazzo da bar in cui chiunque si può permettere di sparare a zero su uomini, istituzioni, fatti e questioni.
Commenti della serie “né parco né autodromo” sono oggi alla ribalta dei social con una assoluta disconoscenza di quello che nel tempo è stato fatto per consentire agli ennesi ed alla cittadinanza siciliana tutta di on perdere uno dei più importanti biotopi d’Italia che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel luogo sbagliato quando ad Enna amministravano un gruppo di ignoranti capaci di pensare alla realizzazione dell’orrendo nastro d’asfalto.
La provincia regionale di Enna, che ha immediatamente creato al suo interno un apposito ufficio, per il quale la regione, che ha sempre pagato il personale delle altre province dedicato alle riserve, non ha mai speso un solo Euro, provvide intanto alla redazione non solo del primo regolamento ma anche di un secondo (che a me non piace proprio) ma che ha consentito all’Autodromo di continuare ad esistere evitando ad Enna l’altrimenti inevitabile scontro tra due partigianerie.
Successivamente, con fondi suoi, nonostante il lago sia di proprietà regionale, provvide alla realizzazione del sistema di adduzione temporanea delle acque che ha salvato il lago da sicura morte e lo ha riportato allo status di corpo idrico con una resistenza dello stesso anche in estati torride come quella che stiamo vivendo.
L’ente gestore ha poi provveduto ad un monitoraggio ambientale che è ancora oggi tra i migliori d’Europa per numero di parametri e per frequenza di controllo, all’inanellamento della fauna selvatica, alla creazione del lungo sentiero di Riva dei Giunchi (in tal senso mi preme sottolineare come le iniziative definite “lodevoli” nella controdeduzione di Massimo Greco, non sono certo della biologa Rosa Termine, che è stata la professionista individuata come riferimento per alcune delle attività da parte della provincia, ma proprio dell’Ente Gestore che le ha messe in atto).
Durante l’operare della Giunta presieduta dal Dr. Monaco, gli uffici provvidero alla realizzazione di progetti, approvati e finanziati, per il restauro e la rifunzionalizzazione dell’ex circolo nautico, progetti che hanno visto persino la gara di aggiudicazione dei lavori e che poi l’odierno Commissario Lo Monaco ha, con una decisione che da amministratore personalmente non avrei mai preso, pensato di abbandonare restituendo così a Bruxelles poco meno di un milione e mezzo di Euro.
Certo, oggi tutti vorremmo comprender meglio quale sarà la sorte della Riserva, ma tra questo e dire che nulla si è fatto ne passa, chi intende dimostrare una simile cosa è semplicemente fazioso e guidato da interessi banali e di parte.
Sarebbe come dire che in quella pista, che a me proprio non piace, mai si è fatto qualcosa, sarebbe pretenzioso e offensivo per chi per quelle manifestazioni ha lavorato, sofferto, gioito.
Quindi, condividendo il giudizio sulla pessima amministrazione della Provincia in questi lunghi anni di commissariamento (cosa che ho più volte pubblicamente ribadito), condividendo la convinzione che altro sarebbe stata una Riserva Naturale affidata con il giusto percorso e quindi con atti conventivi che obbligano le parti a precisi ruoli e indicati interventi minimi essenziali, devo sottolineare come una riserva NON sia un parco e quindi come il comune sentire di gran parte degli ennesi verso Pergusa sia in fondo inficiato da questo equivoco. La Riserva Naturale è di per sé non un luogo nato per lo sviluppo ma per la protezione dell’ambiente naturale e solo laddove si possa in maniera compatibile, giungere a modelli di sviluppo attraverso la valorizzazione della naturalità protetta a questo si presta.
In tal senso la provincia ha lavorato, prima tra le riserve, a creare l’importante presupposto del Piano di gestione, elaborato fondamentale per la pianificazione dell’area in quanto SIC e ZPS.
Ricordo in tal senso che Legambiente, associazione ambientalista alla quale mi onoro di appartenere, ha più volte chiarito che, laddove si dovesse decidere che la Provincia non è più l’ente gestore del lago, si candida da subito a sostituirla seguendone immediatamente le scelte sin qui effettuate.
Chiudo ribadendo il mio giudizio positivo per il Dirigente del settore, l’ing. Giuseppe Colajanni e per tutto il personale della Provincia interessato dalla gestione del settore che ha sempre dimostrato non solo la dovuta professionalità ma anche un grande afflato per i temi della protezione naturale.

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