L’avvio di alcuni corsi di laurea in medicina a Enna ad opera di una Università della Romania sembra prendere corpo, visto che è prevista una conferenza stampa a Palermo che vedrà la presenza del Presidente della Regione Siciliana, On. Rosario Crocetta, dell’Assessore Regionale alla sanità, del Rettore dell’Università romena Dunărea de Jos, Prof. Iulian Gabriel Birsan, l’Amministratore della Fondazione Proserpina Vladimiro Crisafulli e il prof.Cardinale Presidente della Fondazione Proserpina, mentre in serata un’altra conferenza stampa presso i locali dell’ex biblioteca dell’Università Kore a Enna Bassa. Le nuove facoltà si chiameranno “Medicina e Farmacia” e “Professioni infermieristiche“. Per il primo anno i posti saranno 120 totali (60 per ogni corso).
Da parte dell’ASP ennese nessuna notizia, ed allo stato attuale del protocollo stipulato a suo tempo dal Commissario dell’ASP ennese Giuseppe Termine con il Presidente della Fondazione Proserpina non si hanno notizie ufficiali, ed in ogni caso non risulterebbe che ci sia stata una determina o delibera in merito.
Per saperne di più ne parliamo con Massimo Greco
A quanto pare l’istituzione del corso di laurea in medicina non era una bufala elettorale, ma è così facile creare una corso di laurea in un ambito così complesso come quello della medicina?
Non conosco il carteggio, ma non vedo problemi al decentramento di uno o più corsi di laurea da parte di una Università, ancorchè straniera. Così come un impresa straniera può decidere di decentrare una parte della propria produzione in un altro Paese, stessa cosa può avvenire per una Università. Basta avere i contatti giusti e in questo caso, evidentemente, questi contatti ci sono.
Come mai l’Università Kore non è stata coinvolta in questa iniziativa?
Bisognerebbe chiederlo al Presidente Salerno. Non sempre mettere tanta carne al fuoco giova. Ciò non toglie che in futuro se l’iniziativa dovesse avere successo, la Kore potrebbe dare il suo contributo. Bisogna ricordare che prima di essere riconosciuta, la Libera Università Kore di Enna, ha fatto tesoro dei corsi di laurea decentrati dalle Università di Palermo e Catania.
Quindi ci sarà anche il nulla-osta del Ministero dell’Università su questa iniziativa?
No, in questa fase il MIUR non c’entra nulla, semmai potrebbe essere necessario il nulla-osta del Ministero degli Esteri, visto che la convenzione è stata sottoscritta da un’Organizzazione culturale di uno Stato non italiano.
Ma come faranno a fare tutte quelle attività didattiche previste per un corso di laurea in medicina?
Non saprei, bisognerebbe conoscere il progetto didattico e formativo, penso che per arrivare alla conferenza stampa i presupposti, anche di carattere scientifico, ci siano. Peraltro, a parte il Sen. Crisafulli che certamente rappresenta l’animatore dell’iniziativa, non mi pare che il Preside della facoltà di medicina dell’Università di Palermo Cardinale, complice dell’iniziativa, sia uno sprovveduto.
Il titolo di studio che rilasceranno sarà equipollente?
Nonostante i titoli di studio conseguiti in Romania siano legalizzati ai sensi della Convenzione dell’Aja del 5 ottobre 1961, in Italia i medesimi non sono automaticamente riconosciuti, risulta infatti necessario ottenere un documento chiamato “Dichiarazione di Valore” che rilascia l’Ambasciata d’Italia a Bucarest. Mediante tale documento, viene accertato il valore locale del titolo di studio. E’ certamente un aggravamento della procedura amministrativa di equpipollenza del titolo di studio che, tuttavia, non dovrebbe scoraggiare.
Intanto. Udu denuncia disparità: Faraone chiarisca!
La notizia ha scatenato le reazioni di molti studenti e anche dell’Unione degli Universitari di Palermo, Messina e Catania, che ha espresso la propria opinione in una nota congiunta:
La terra degli espedienti. Non c’è un modo diverso per definire la scelta di aprire ad Enna il corso di Laurea in Medicina, in collaborazione tra la fondazione “Proserpina” e l’Università rumena “Dunarea de Jos”. Di fatti non è un caso se il mese prossimo migliaia di studenti saranno in fila per i test d’ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia nelle altre tre città universitarie siciliane, mentre ad Enna basterà una semplice compilazione on-line per intraprendere un corso di studi così tanto richiesto nel resto d’Italia.
Il corso di laurea ennese-rumeno aprirà a sessanta studenti per il primo anno, con l’obiettivo di allargarsi negli anni a seguire.
L’Unione degli Universitari che da anni lotta al fianco degli studenti di Palermo, Catania e Messina per ribadire il libero accesso come diritto di ogni studente non può accettare una provocazione simile. Ci chiediamo come sia possibile che, a distanza di così pochi chilometri, nello stesso territorio possa avvenire una simile discriminazione: chi potrà pagare un’università privata avrà accesso agli studi in Medicina mentre tutti gli altri resteranno vincolati dalla legge che regolamenta l’accesso a tale facoltà. Il diritto agli studi non può in alcun modo essere vincolato dal potere finanziario degli aspiranti studenti.
Un “plauso” va certamente fatto alla coerenza degli uomini di Governo, dopo la presa di posizione in favore del “numero chiuso” da parte dell’On. Faraone – Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione- decidono poi di presenziare all’apertura di questa nuova facoltà con il nuovo assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi. Provino a chiarirsi le idee e chiarirle a tutti noi!
Ci preme mettere in guardia gli studenti da quelle che saranno le possibilità reali di questo corso di studi, negli anni è sempre risultato molto difficile fare il passaggio da un corso di studi estero (perché di questo si tratta) ad uno italiano, convalidare le materie e principalmente fare in modo che il proprio titolo di studi sia poi spendibile in territorio italiano. La nostra non è una crociata contro un’università ma in favore di un diritto, l’unica soluzione che pensiamo possa mettere sullo stesso livello ogni studente è quella dell’abolizione del numero chiuso anche negli atenei pubblici, altrimenti staremo giustificando una vicenda che ha tanto il sapore della solita “trovata all’italiana”.
Di fatti non è un caso se il mese prossimo migliaia di studenti saranno in fila per i test d’ingresso alla facoltà di Medicina e Chirurgia nelle altre tre città universitarie siciliane, mentre ad Enna basterà una semplice compilazione on-line per intraprendere un corso di studi così tanto richiesto nel resto d’Italia.
Un’altra tegola dovrebbe essere che nei concorsi pubblici a fare la differenza non sarà più solo il voto di laurea, ma conterà anche l’università di provenienza del candidato. Così un emendamento, approvato il due luglio scorso, al Ddl sulla Pubblica amministrazione, che parla di “superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso” e “possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato”.
Dichiarazioni ufficiali dell’Università Kore di Enna:
“In merito alle tante richieste che pervengono ai nostri uffici, si precisa che il corso di laurea in Medicina e il corso di laurea in Infermieristica, recentemente istituiti a Enna, non sono dell’Università Kore ma di un ateneo dell’Unione Europea, e precisamente dell’Università statale di Galati (Romania).
Il funzionamento di tali corsi di laurea è assistito a Enna dalla Fondazione Proserpina, alla quale vanno pertanto rivolte le richieste di informazioni al riguardo.
La Kore, pur compiacendosi per il potenziamento di Enna come città universitaria, cui ha contribuito in misura determinante, non può fornire alcun supporto agli studenti interessati ai predetti corsi dell’area medica in quanto essi afferiscono ad altro ateneo autonomo”.