I corsi rumeni di medicina: una patacca?
La Kore apra all’università di Palermo e al Consorzio Nisseno
A quanto pare il governo naz.le avrebbe bloccato l’apertura della sezione staccata dell’ Università rumena de Job ad Enna, gestita dalla fantomatica “Fondazione” Proserpina. Usiamo il condizionale perché si muovono interessi politici ed economici corposi, perché di questi tempi in Sicilia i giochi di potere si sono complicati, grazie a troppe variabili indipendenti. Sostegni e complicità di ossequiati ennesi e palermitani, silenzi e ipocrisie dei soliti spirti, negligenze e dottaggini di certi saputi locali hanno calato a neglia su una vicenda che gli onesti babbunazzi reputano illegale, strumentale, oltreché incredibile e irritante. Illegale, essendo la Fondazione ancora non iscritta nel registro prefettizio e senza assenso del MUIR. Strumentale, volendo prima infinocchiare l’ennese nelle recenti elezioni, e poi dimostrare che l’ex sen. sconfitto è sempre quello di “Enna sono io”. Incredibile, essendo la pensata fuori dalla politica di governo per l’Alta Formazione e pure dannoso per il sistema universitario europeo. Irritante, essendo troppi coloro (in primis Unikore, Governo Reg.le con Az. San/ria. di Enna, Organi di controllo) che nella zuppa crisafulliana hanno vagnatu u pani o si sono limitati ad arriminarla.
I babbunazzi (categoria umana ennese alla quale aderiamo) sono incazzati per un’altra ragione: la nostra Città viene definita “Repubblica di Enna”. E no, e ancora no! E’ Città della Sicilia, Sede universitaria, il capoluogo di ex provincia più alto d’Italia posto a 1100 m nell’Isola del sole, luogo di bellezze uniche, ed altro. Non è feudo elettorale d’un barone rosso, zona franca o free shop dell’Impresentabile secondo Renzi, Fassino e Bersani. Serve ricordate che Crisafulli è stato sconfitto nel giugno scorso da quelli ai quali aveva precluso l’accesso al PD. È vero, bisogna stare attenti ai suoi colpi di coda. Ed è questo il problema del Partito Democratico, risolvibile con un atto decisivo: commissariare il tesseramento per poi indire il Congresso.
Fine dell’incazzatura, scusandoci, e ributtiamoci nel “Fatto de Job e de Proserpina“ poiché un merito va a loro riconosciuto: senza volerlo, hanno riaperto il tema “Kore 4° Polo Universitario della Sicilia”. E’ vero, la nostra Università soffre di grave crisi di governance essendo i suoi organi eletti illegalmente a vita?; dotandosi d’uno Statuto che interferisce sulle nomine accademiche; essendo scomparse le figure dei soci fondatori (la C.E.U è in liquidazione); dando indennità e retribuzioni da capogiro. Venti freddi che prima o dopo finiranno di soffiare, nell’interesse di tutti. A cominciare dal pres. a t.i Salerno, verso cui, da ennese, ci sentiamo in debito come edificatore della Kore, e non come conduttore assoluto del Potere che ne deriva. È, comunque, atteso da almeno due doveri, se non vuole portare alla deriva la bella realtà che con altri ha dato vita.
Il primo è quello che riguarda lo Statuto della Kore: a) reinsediare i Soci fondatori e ridefinire il Patrimonio; b) azzerare il Cons. d’Amm. in carica a vita, e da 11 anni presidia un sistema chiuso di comandi personali non legittimati ; c) rendere possibile l’ingresso di Soggetti pubblici e privati che, divenendo Soci, investono con patrimoni propri al fine di qualificare ed estendere l’offerta formativa; d) ridare equità alle indennità degli amministratori e ai compensi come quello del Dir. Gen. Queste sono alcune decisioni da prendere con urgenza se Salerno vorrà riportare il Governo della Kore dentro i confini certi della buona gestione, delle finalità condivise e delle norme che le fondazioni hanno.
Il secondo impegno è da dedicare allo sviluppo della Kore in 4° Polo universitario. Anche qui le scelte sono obbligate, e prendono avvio definendo un accordo con l’Università di Palermo e Il Consorzio Un. di Caltanissetta che gestisce un corso di Medicina da tempo. Insomma, la Fondazione Kore che si apre ed include per nuovi traguardi. La facoltà che si vuole è a 35 Km dalle sedi della Kore, e può quindi rientrare in un progetto comune!
Dopo la patacca dei 2 corsi della lontana e sconosciuta de Job e della vicina e nota de Proserpina, è possibile percorrere nuove strade ben tracciate e percorribili. Con Salerno, se lo vuole, ma affrancato dai legami e dalle pastoie che negano le sue funzioni, oggi compromesse ed involute.
VINCENZO CIMINO