martedì , Ottobre 15 2024

SPAZZATURA

Brasile bambini tradaL’informazione oggi ci fa tutti sapienti. In ogni momento, della nostra rutilante giornata, i media ci aggiornano sui gusti alimentari e sessuali di potenti e vicini di casa e in fila, dal dottore o alla posta o al supermercato o per fare la comunione la domenica mattina, ci ritroviamo a chiacchierare del decolté di Kate, degli occhiali della Boschi, della panza dell’amica non sposata o anche della cellulite della collega palestrata, ma della denuncia del Comitato dell’ONU sui diritti dell’infanzia riguardante la “derattizzazione”delle metropoli del Brasile e in modo particolare dei meninos de rua di Rio de Janeiro, mi pare di non aver sentito tante cose. Il Brasile ospiterà le Olimpiadi nel 2016 e per far bella figura con noi, dei paesi ricchi e evoluti, che l’evento lo vedranno dalla televisione sta migliorando l’aspetto del suo territorio, ripulendosi dal lercio a cominciare dai bambini delle favelas. Sono centinaia e centinaia i bambini scalzi, spettinati e fatti di colla che sporcano le strade, uscendo dalle bidonville di notte per rubare alla middle class, schifata e insofferente. Storia vecchia, in Brasile i bambini di strada si schiacciano come le mosche da sempre, accadde pure per i mondiali del 2014, ma ora c’è in atto una recrudescenza inenarrabile e la polizia impunemente ammazzerebbe spazzandoli i poveri: socialmente pericolosi. La cultura della criminalizzazione della povertà per la verità si sta incistando anche da noi, ma ancora da noi non si eliminano legalmente 58.559 subumani. Quest’anno 58.559, nel 2013 solo 55.878. Le Olimpiadi a detta dell’ONU forniranno anche un valido pretesto a chi volerà a Rio per “divertirsi” con gli scampati alla polizia, trattati come ratti che escono dalle fogne, pericolosi e sudici non come i nostri figli, puliti e ben vestiti. I nostri vanno tutelati quelli abusati, tormentati e uccisi che la morte è una liberazione per chi non ha la speranza di un sorriso e di loro non si dice, di loro non si parla perché il Brasile è un paese amico, come lo è l’Arabia Saudita, che decapita e lascia decomporre i cadaveri dei dissidenti sulle croci nelle strade a monito e insegnamento. L’Arabia Saudita sarà il paese ospite della prossima fiera del libro. Non lo sapevate? Lo capisco che spulciare gli scontrini di Marino è più interessante, ma questo accade oggi mentre invochiamo le bombe sull’ISIS che viola i diritti elementari di piccoli e grandi, proprio come il Brasile proprio come l’Arabia Saudita. Si rifiutino i nostri atleti, si rifiuti di andare il nostro Paese, dica una parola il nostro Papa e che non sia Amen. “E che fa Dio di questo flusso d’anatemi che ogni giorno sale verso i suoi Serafini? S’addormenta al dolce suono di certe bestemmie paurose come un tiranno rimpinzato di carne e di vino” Le fleur du mal.

Gabriella Grasso

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