lunedì , Gennaio 13 2025

Il cantante Vecchioni: la Sicilia, un’isola di merda! Indignarsi? per carità. Ragionare? aiuta i siciliani

Il cantante Vecchioni: la Sicilia, un’isola di merda!

Indignarsi? per carità. Ragionare? aiuta i siciliani

by Vincenzo Cimino

 

carretto sicilianoIl cantante, noi preferiamo il poeta l’artista l’intellettuale, Roberto Vecchioni parla, a braccio e con il sangue negli occhi, della Sicilia, al punto di definirla “un isola di merda!“. È l’incazzatura piena di chi s’è sentito, per sua ammissione, conquistato e affascinato di questa Terra dalla storia millenaria. Lo fa richiamandosi al suo declino che può ficcarla lungo la via del non ritorno. Lo fa come, a volte, può accadere a un uomo dello spirito e delle arti, svelando il suo sentire e la sua convinzione attraverso l’energia dei cuori amari e inquieti. E’ spinto a provocare, turbando, pur di ricordare taluni vizi e mali dei siciliani. Certo, dire “merda” è più che un attacco, è più che un insulto. Onestamente, se li poteva serbare! Si è però scusato. Del resto, il suo discorso, se lo si legge, è inzuppato nella collera e nello sconforto. Vecchioni, infatti, grida soprattutto al male più brutto che si possa avere: la volatilità delle virtù civiche che si mostra nella quotidianità del vivere isolano. Noi siamo il paese de spirti e de saputi, delle annacate e de lamenta su indefiniti nemici e maltorti subiti. Per di più, c’è chi pensa, in ragione d’una presunta sicilianità che tutti i nativi dovrebbero sentire, di stendere un lenzuolo per coprire una Sicilia in diverse parti dal puzzo non di merda, ma comunque sgradevole. E lo fanno alla vecchia maniera: non è tollerabile che si parli contro la nostra Isola, perché è oltraggio a tutti i siciliani!

 

Sempre abili questi nostri compaesani che s’indignano sol quando c’è chi denuncia, magari con inaccettabili eccessi linguistici, una sicilianità cagione dei nostri mali, miscelata di pigrizia culturale, distacco dai problemi reali, indifferenza verso il bene comune. Ricordate le denunce civili di Sciascia con i soliti pronti a timbrarlo come ostile alla Sicilia? Ed oggi scrittori autorevoli, – come l’ennese Buttafuoco con “Sicilia Buttanissima”, il girgentano Rizzo con “Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia”, Maugeri con “Trinacria Park” – la rappresentano con immagini vere e dure, con i loro stili e sensibilità diverse ma con l’amarezza comune di chi si ritrova in una Terra penosa e, forse, irredimibile (ritornando a Sciascia).

 

È vero, la Nostra non è un’isola di merda, ma, lo ribadiamo, c’è del puzzo che è percepito ovunque. C’è disgusto diffuso e crescente. Che facciamo? Tutti, in quanto siciliani, formiamo un coro per cantare “Sicilia offesa e indignata”? Per favore, smettiamola! Prima si abbia sdegno dell’indifferenza, della pigrizia e delle complicità che risiedono in molti. Poi, ritroviamo quel senso civico che ci fa sentire cittadini vincolati ai doveri comuni, alle regole sancite, al rigore morale e alla criticità responsabile. Questa sì che è la sicilianità che può dare orgoglio a noi e obbligare, quantomeno, gli altri al rispetto. Un noto siciliano trapiantato a Bologna con gli occhi sempre puntati sull’Isola, ma meno con la testa essendo stanco di leggere le frequenti bizzarrie della vita regionale. È un eufemismo morbido che ci può riportare ai due volti che la Sicilia presenta agli Italiani. Quello delle più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica Mattarella e il Presidente del Senato Grasso. Sono il bel volto dei siciliani! Quello della Classe dirigente espressa dall’Assemblea e del Governo regionale. Ecco il volto infelice dei siciliani!

 

Indigniamoci pure, ma prima prendiamocela con noi stessi che andiamo perdendo il Valore dei Doveri e Responsabilità Comuni. Vedrete, allora, che Vecchioni parlerà della nostra Terra, da par suo, con i suoni e la poesia di chi sa amarla per le sue bellezze e i suoi uomini dal bel volto.

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