La raccolta differenziata dei rifiuti non è un capriccio
di Massimo Greco
Il problema della mancata raccolta differenziata nella maggior parte dei Comuni dell’ambito territoriale ennese è stato opportunamente evidenziato dall’Associazione dei Consumatori che non si spiega come l’Assemblea dei Sindaci, anche nel contesto della nuova società di regolamentazione dei rifiuti, non riesca a ridurre il costo del servizio neanche in presenza di realtà locali comunali in cui la percentuale di raccolta differenziata fa ben sperare. Se a questo si aggiunge l’avvio sperimentale della raccolta differenziata nella parte alta del Comune capoluogo, si comprende come l’argomento sia al centro dell’attenzione pubblica.
In tale contesto ci piace però evidenziare che l’avvio delle procedure per sensibilizzare i cittadini alla la raccolta differenziata dei rifiuti (che prevede che i rifiuti vengano riciclati, conferiti a termovalorizzatori o ad altro impianto in grado di distruggere i rifiuti con soglie minime di inquinamento ambientale e così da creare, ove possibile, fonti di energia o prodotti da riutilizzare) non è una facoltà, quanto piuttosto un obbligo, dal cui mancato adempimento possono conseguire rilevanti effetti negativi, non ultimi il danno erariale e la conseguente responsabilità amministrativo-contabile.
Pertanto, la mancata attivazione della raccolta differenziata oltre ad impedire un ingente risparmio di spesa, non ha fin qui permesso il conseguimento di consistenti risorse. Sotto il profilo delle responsabilità, l’inerzia della società d’ambito nell’attuare le prescrizioni legislative e le reiterate ordinanze commissariali in merito, ha comportato in questi ultimi dieci anni un maggior costo di conferimento dei rifiuti negli impianti di smaltimento (discariche), nonché il mancato introito derivante dalla cessione del materiale recuperato e il maggior costo della cosiddetta “emergenza rifiuti”.
Tutte poste di danno che non dovrebbero gravare sulla collettività, ma sulla società d’ambito nelle sue varie, articolate ed a volte anche fantasiose forme di governance, per non avere in questi anni avviato seriamente la raccolta differenziata dei rifiuti nonostante un costo complessivo del servizio che, rapportato al vecchio conio, fa venire i brividi (circa 50 miliardi l’anno).
In tale contesto, sono almeno tre i profili di danno che si possono ipotizzare. Il primo concerne l’ingiustificato costo, peraltro negli ultimi anni integralmente coperto attraverso l’articolazione tariffaria della TARSU/TIA/TARES/TARI, sostenuto dalla società d’ambito per il conferimento dell’indifferenziato presso le discariche, quando invece avrebbe dovuto essere in parte non conferito ma separato con l’effettuazione della prescritta raccolta differenziata. Il secondo è costituito dal mancato introito, derivante dalla cessione del materiale recuperato. Il terzo è costituito dal collasso del piano d’ambito e dei costi emergenziali, cui l’insufficiente raccolta differenziata ha certamente contribuito, anche se in modo non prevalente ad altre cause quali l’assenza di termovalorizzatori.
L’avvio della raccolta differenziata nel Comune di Enna va quindi accolto con favore dalla cittadinanza, chiamata a partecipare attivamente al buon esito dell’iniziativa, non solo per ridurre progressivamente la tassa sui rifiuti, ma anche per dimostrare di avere quel senso civico che fa la differenza tra persone e cittadini.
“Libertà è partecipazione” (Giorgio Gaber)