L’anno che verrà

Aylan spiaggia-Il 2015 è finito. Tante parole sono state scritte e tantissime immagini sono state viste. La più pervasiva è sicuramente stata la foto d Aylan, il bambino di tre anni, spiaggiato come a un pezzo di cosa rotta. Dall’inizio del 2015 a oggi più di 700 sono stati i bambini morti in mare e dopo Aylan più di cento. Solo quel bimbo però ci ha commosso tutti, ha commosso la Merkel che poi si è pentita e pure Blair, che ha chiesto scusa per l’ errore di calcolo che Aylan ha ammazzato. Sarà stato il suo corpicino immobile che pareva dormire sulla battigia, come dovrebbe essere e non come invece è. Saranno stati i colori che lo faceva simile a uno dei nostri e non come i tanti dei loro. Sarà stata la fotografia così spietata o solo la voglia di sentirci buoni, ma prima e dopo Aylan nessuno ci ha toccato il cuore al punto da guardare una realtà quotidiana con occhi attenti e non con la solita insofferente noia. Il tempo per Aylan si è fermato, non ci sarà un 2016 per lui e per noi? Noi che ci interroghiamo su cosa vogliono questi, ogni santo giorno, e non ci indigniamo se non per un goal mancato, noi che 2016 vivremo?
Aylan spiaggia
Gabriella Grasso

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