Nei periodi festivi, in quelli natalizi in particolare, si raccontano storie fantastiche. Per evitarvi inutili illusioni e per rispetto al prof. Amato e alla glottologia, avremmo dovuto titolare questo articolo d’apertura dell’anno “la cittá dell’incantesimo” e dunque letteralmente “u’ paisi du ‘ncantisimu” come diceva mia nonna, che rende molto meglio il concetto.
In questa città infatti sembra che non succeda mai nulla e non si muova nulla. O, per meglio dire, se succede qualcosa tutto rimane fermo com’è per anni. Volete un esempio: è crollato un pezzo di panoramica? E così è rimasta da omai cinque anni o giù di lì. Ci hanno fatto vedere, quasi toccare i lavori di riscostruzione fino a quando… non è caduto un altro pezzo! Tutto da rifare come la tela di Penelope (proci compresi?).
È caduta adesso una bella fetta di viale Caterina Savoca? State certi che rimarra così per anni. Poco male, tanto l’anello attorno al Castello di Lombardia è chiuso a sette mandate; i lavori mezzo abusivi sono stati ultimati con tanto di autorizzazioni secondo le indicazioni della Soprintendenza (ma quattro bei blocchi di pietra come quelli accanto non andavano bene? perchè scomodare il Genio (in) Civile e i Beni Culturali? e questi blocchetti naif sono meglio?) ma il recinto, stile pollaio, rimane lì a impedire il transito agli amanti del fitness.
L’attivitá all’autodromo sta per ripartire, riparte, ripartirà ma anche lì è tutto fermo da anni, tranne che per il Comune di Enna che ha deciso che è l’unico ente che vale la pena di finanziare. In teoria è giusto, salvo poi rendersi conto (noi, non quelli del Comune) che quei soldi non servono assolutamente a nulla (o quasi, visto che c’è chi ci campa, beato lui).
Dal canto sua la famosa o famigerata Riserva Naturale di Pergusa è abbandonata a se stessa checché ne dica qualche dirigente serio ma evidentemente distratto.
E potremmo andare avanti a lungo con questa litania. Mentre siamo in zona, l’ex CISS, rudere per cinquanta o sessant’anni in quel di Pergusa, finalmente completato e ristrutturato avrà tutto il tempo di diventare di nuovo un rudere visto che non lo mettono in funzione. Ma forse il problema è che non sanno cosa farne.
A proposito di palazzi, è dell’ultima ora la notizia che il palazzo dei Benedettini ha il tetto pericolante, ma non ce n’eravamo proprio accorti in questi ultimi, diciamo, quarant’anni, veramente una bella scoperta! (ma di fare qualcosa niente, vero?).
Ma gli incantesimi non finiscono mai come gli esami.
Se parliamo di acqua e di rifiuti la situazione ad esempio diventa torbida. L’acqua tornerá pubblica? Non si sa (e questo per una volta non è colpa del Municipio), intanto noi continuiamo a pagare un botto (anche se per capodanno erano vietati).
I rifiuti, invece, resteranno di tutti, nel senso che continueremo a pagare come prima e più di prima, un po’ per noia (dei sindaci) un po’ per populismo (di tutti e del governo regionale). Qual era il problema lo sappiamo: quindici uomini, quindici uomini sulla cassa del morto e una bottiglia di rum, yooh ooh, come nell’isola del tesoro ma moltiplicati per 50: fate la moltiplicazione e avrete un numero considerato da sempre esorbitante. Ma sicuramente non ne usciremo così facilmente, perchè nessuno si vorrá prendere la responsabilità. Anzi, visto che le Srr sono alle porte alcuni vengono pure promossi e non se ne parli più.
Intanto, per non smentire il nostro assioma (si dice assioma una proposizione o un principio che è assunto come vero perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un ragionamento o di un teorema) le bollette TARSU continuano ad essere sbagliate o in odore di irregolarità, e non c’è verso di farle giuste. Tanto riguardano il 2009 e il 2010 e alcuni malcapitati hanno già pagato o pagheranno lo stesso…
Alla Provincia, adesso Libero Consorzio di Comuni, per gentile concessione del governo regionale, l’incantesimo è garantito dal commissario di turno, mandato qui (ma anche altrove) per mantenere la pace sociale e quella sempiterna (bedda Del Rio…). Viene firma e se ne va, tanto di qui a qualche mese verrà sostiutito da un altro ugualmente partecipe e coinvolto nelle cose nostrane.
Da questa parte perciò non c’è nulla da aspettarsi ancora per un bel pezzo, dormite tutti tranquilli: chi va da Pergusa a Piazza Armerina, chi da Piazza a Valguarnera, chi da Agira va a Gagliano, etc. etc. solo per restare con i piedi per terra (si fa per dire).
Al Comune per fortuna abbiamo una giunta nuova di zecca e nemmeno grillina come a Gela, così non c’è pericolo che qualcuno venga espulso. Peccato che il Sindaco si è scelto, certamente per la spending review, un unico assessore conosciuto: l’assessore al traffico e alle multe. Dite che è l’assessore all’urbanistica? Ma dai! Non diciamo sciocchezze.
E poi non prendiamo questo tasto se no ci viene da piangere, visto che è dai tempi del povero Vigiano (ultimo storico sindaco della prima repubblica, anche se per mezza stagione) che si parla inutilmente di nuovo Piano Regolatore. Altro che incantesimo, qui non ci può nemmeno il principe azzurro! La mela era sicuramente avvelenata e ci ha ammazzati tutti più che addormentarci, ma almeno fa vivacchiare i soliti noti e quelli perbenu, che costruiscono uffici, negozi e mansarde nei posti più impensati, regolarmente, con tanto di bolli e certificati, per poi offrirli in vendita come appartamenti a cittadini ignari o distratti (guardare i cartelli per credere, almeno dove ci sono ancora).
Veramente qualche novità ci sarebbe: è stata demolita una chiesetta medioevale che nessuno sapeva esistesse. Ci sarebbe stato battezzato Ibn-Hammud, inteso Jamuti o Kamut, da parte di Ruggero. Sulla vicenda che riguarda in qualche modo l’ultimo kaid di Castrogiovanni, il nuovo kaid di Enna, affiancato dall’assessore de cuius e dai migliori propositi sul patrimonio culturale della città, garantisce: “Se l’indagine della magistratura confermerà delle responsabilità prenderemo adeguati provvedimenti”. Vuol dire che intanto non faremo un bel niente? Sembra proprio di essere agli albori della prima repubblica (o della seconda che è lo stesso), quando la gratuita e dovuta fiducia nella giustizia era massima e l’attività amministrativa minima.
“Nna casa ‘i Varsalona, né si canta né si sona” diceva un antico detto ennese. Come volevasi dimostrare.
Q – G.L. Borghese
Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.
Q è “plurale” anche in un senso più ampio.