Iniziare il 2016 con semplici azioni e atti pubblici. Perchè ? “Il piccolo è bello!”
di Vincenzo Cimino
Anno nuovo, tutto come prima, o peggio? È più che un’opinione. È convinzione diffusissima sulle vicende che ci toccano in maniera diretta, da ennesi. Vale l’antico detto: “na casa di Varsalona (starebbe per Enna) né si canta, né si sona!” . E’ espressione di chi sta solo a osservare il suo ombelico, a consumare il suo presente, a contentarsi del suo vivere senza emozioni. Na casa di Varsalona tutt’al più si parla per lamentarsi dei mal torti subiti; mai si passano sotto esame le nostre responsabilità e le scelte che facciamo. Si vive in una sorta di fiacchezza sociale e intellettuale che ci tiene a distanza dagli impegni del buon cittadino, naturalmente nella diversità di compiti e ruoli.
La nostra classe dirigente è l’immagine, per noi triste, di questo stato di salute civile? E’ così, poiché siamo noi a scegliere. Ci si deve, quindi, limitare in tal giudizio per chiudere lì ogni credibile conclusione? NO, pur sapendo che è dannatamente complicato venire a capo dei nostri grandi mali, ormai strutturali e storici. Sono definibili in 3ì, come scritto più volte: Inviluppo economico, Inaridimento territoriale, Invecchiamento sociale, contrastabili solo in un quadro di Politiche nazionali e regionali. Per rivendicare queste Politiche occorre, però, uscire dalla pigrizia culturale, classicamente ennese, che confina con l’indifferenza civica, entrambi le più gravi delle nostre colpe. Ma pigrizia ed indifferenza sono annullabili se si è convinti che talune sfide siamo pronti a lanciarle. Come? Senza le armi spuntate della demagogia, delle rituali proteste e dei lamenti. Al contrario, sapendo di voler fare la nostra parte con la Cultura del Buon Governo del Territorio e con il Dovere Civico della Condivisione.
Semplice a dire e, chissà, anche banale nel proporli; eppure resi inattivi nel 2015 e lustri passati. Il 2016 può essere distinto come l’anno, se non della svolta, del cambio di passo per un cammino lineare. Basta che si faccia il possibile e il dovuto, che si rimuovano e si chiudano situazioni incancrenite. Servono azioni pubbliche semplici, avvertibili. Quasi tutti non porterebbero pesi finanziari, ma appena un tantino d’idee innovative e volontà di rottura politica. Sarebbero segnali senza la luce dei fari delle grandi promesse, atti evidenti senza l’annuncio dell’evento straordinario. Basta pescarli nel mare dei problemi irrisolti per fare assaggiare agli ennesi la gustosa zuppa della Sana Gestione.
I primi ad affiorare sono quelli del territorio urbano. Domina il Piano Regolatore Generale, mancante da 25 anni e divenuto emblema d’illegalità e vergogna, possibile solo in Sicilia. Se lo si adottasse entro la prossima primavera, avremmo la sconfitta del Partito del cemento. Altro tema urgente è quello delle Pendici, ormai soggetti a continui smottamenti. La frana di Viale C. Savoca presenta l’alto grado di rischio, ma pure il momento per un accordo Comune e Ispettorato Forestale per interventi manutentivi e impianto di Verde boscato.
L’economia locale vive d’imprese, se non assenti, marginali nei mercati competitivi. Tentare di animarla è più che arduo, lo sappiamo. Ma cosa costa aprire una Sede di SMART-UP per dare ai giovani i mezzi per progettare e avviare imprese innovative? Poco, tenuto conto che interverrebbero Enti pubblici e privati, oltre che Università e Banche. E ancora, l’Area Industriale di Dittaino è in stato di totale abbandono. Un deserto di capannoni vuoti e uffici chiusi! Si potrebbe concordare con la Regione un Bando d’assegnazione a costo zero di dette strutture a coloro che insediano nuove imprese.
La Kore è la nostra ricchezza dal valore incommensurabile. È un dovere tutelarla nel suo sviluppo di 4° Polo universitario. In questa fase ha bisogno di certezze, ridando i soggetti fondatori, oggi scomparsi, alla sua Fondazione per levarla dalle mani del consunto potere politico locale. Va pure sostenuta con la concessione gratuita di manufatti come l’ex Banca d’Italia, l’Area dell’ex Telecom e altro in abbandono.
La Provincia d’Enna è stata cancellata dalle Aree Interne della Sicilia. Crocetta ci vuole riserva indiana, poiché non ci fa rientrare nel Programma Strategico Nazionale di dette zone. Niente investimenti futuri nel nostro territorio, per cui i Sindaci intervengano sul Governo reg.le per annullare tale atto tanto provocatorio quanto incredibile.
Enna – Città degli eventi, così come lo è stata nel passato non lontano. Si rediga un programma di massima con imprenditori del tempo libero. Nulla manca: la centralità ennese nell’isola, Castello e Autodromo per i concerti, ville, teatri, piazze e impianti sportivi. Potremmo continuare nel percorso illimitato degli atti pubblici semplici e ordinari, ma stimolanti e pregevoli. E’ vero, si presentano come azioni piccole. Eppure, il piccolo spesso è bello e illuminante!