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Enna. Il Liceo Ginnasio N. Colajanni e la storia del palazzo che lo ospita

enna studenti liceo classicoEnna. Dopo i cortei di protesta e i sit-in organizzati dagli studenti liceali con lo slogan “Vogliamo ritornare nella nostra sede di Via Roma ”, finalmente il 7 gennaio scorso, dopo dodici anni di attesa, gli studenti e i professori, con in testa il preside Angelo Moceri, hanno potuto varcare il portone dell’edificio storico che ospita la scuola, intitolata a “Napoleone Colajanni”. La riapertura del Liceo coincide con il 125esimo anniversario della fondazione della Regia Scuola Ginnasiale, istituita il 24 settembre 1891, con Regio Decreto n°581, a firma di Umberto I re d’Italia, la cui apertura colmò una lacuna nell’istruzione pubblica cittadina, soddisfacendo la legittima aspettativa degli amministratori della Castrogiovanni d’allora. Si dovette aspettare ben 37 anni per ottenere il Triennio Liceale. Ciò avvenne dopo due anni dall’elevazione di Enna a capoluogo di provincia, nel 1928, divenendo così il Liceo Ginnasio d’eccellenza che conosciamo. “Fu per la nostra città l’inizio di un processo democratico di crescita culturale, una spinta all’incivilimento e al progresso sociale”, ebbe a dire l’illustre professor Vincenzo Vita, dirigente superiore del Ministero della P.I., ex alunno, ex professore ed ex preside dell’Istituto, nel suo discorso in occasione del 1° centenario della scuola, celebrato nel 1991. Nel decreto reale è detto che per volontà del Re e della Nazione l’istituzione venne disposta perché la popolazione aveva superato i 20.000 abitanti, ma anche, ed era a tutti noto, che essa fu dovuta, all’interessamento di Napoleone Colajanni, il quale “ebbe sempre a cuore il miglioramento delle condizioni culturali e sociali della sua città”. La scuola Ginnasiale venne a lui intestata nel gennaio del 1921, otto mesi prima della sua dipartita, avvenuta il 2 settembre dello stesso anno. Nelle cronache locali fu scritto che “è stato un raro esempio di riconoscimento di valore e di gratitudine verso un cittadino benemerito”, allora ancora vivente. Frequentarono la prima classe ginnasiale, nell’anno scolastico 1891-92, sedici alunni (tra questi ben quattro studentesse: Concettina Colajanni, Maria Angela Greca, Clotilde Rosso e Maria Stella Scandaliato); in seguito, la frequentazione s’incrementò sempre di più, tanto che nell’anno scolastico 1918-19 nella prima classe ginnasiale gli iscritti raggiunsero ben 100 unità. “Fare la storia del nostro Liceo Ginnasio – disse ancora il prof. Vita nel suo appassionato discorso – è come fare la storia di Enna e degli ennesi […] significa seguire il processo civile e culturale di questa popolazione, anche se poi si constata che, purtroppo, molte giovani menti ennesi hanno dovuto emigrare nella penisola o all’estero per affermarsi e realizzarsi”. Liceo Classico ColajanniTanti sono stati gli uomini illustri che sono “passati da queste austere aule”. Sin dalla sua istituzione il “Colajanni” ha formato le migliori intelligenze della città. Dagli elenchi degli alunni che hanno conseguito la maturità – scorrendo i registri generali trascritti nella pregevole pubblicazione del “1° Centenario” (Il Lunario,1994), edita in occasione della ricorrenza e voluta dall’allora attivissimo preside professor Cataldo Ferrarello, – sono da ricordare, tra quelli più noti, i nomi di: Nino Savarese, Michele Anzalone e Umberto Domina, scrittori; Angelo Vetri ed Enrico Sinicropi, studiosi di storia patria; Ernesto Anzalone, Enrico Aguglia, Luigi Monaco ed Enrico Longi, educatori e studiosi; Giuseppe Di Giugno, scienziato; Antonio Maddeo, regista cinematografico e teatrale; Giuseppe Arena, Giuseppe Di Stefano, Angelo Consolo, Biagio Micale, Giuseppe Paxia e Alberto Sposito, docenti universitari; i generali Pietro Barbarino, Giuseppe Gaeta e Roberto Speciale; Alessandro Scelfo, imprenditore e cavaliere del lavoro; Salvatore Cantaro e Francesco Virardi, magistrati; Giambattista Grimaldi, deputato al parlamento; Michele Lauria, senatore della Repubblica. Vanno ricordati inoltre: Salvatore Ingrà, Nunzio D’Angelo, Lorenzo Calascibetta, Salvatore Mazza e lo stesso Vincenzo Vita, ex alunni, ex docenti ed ex presidi. “Nel passato e nel presente – riprendendo il discorso celebrativo del preside Vita – fanno onore alla città e alla scuola che li formò, una miriade di stimati professionisti quali magistrati, ingegneri, medici, avvocati, ufficiali delle forze armate, funzionari e dirigenti dello Stato, Regione e Enti locali, insegnanti e docenti, imprenditori, liberi professionisti, rappresentanti politici e delle istituzioni, esponenti della società civile cittadina”.

Enna liceo classicoMerita particolare attenzione l’edificio che ospita, sin dalla sua istituzione, il Liceo Ginnasio “Napoleone Colajanni”. Esso si trova nella parte più antica della città, tra la piazza N.Colajanni, già piazza S.Chiara (dove si affacciano il monastero dei Benedettini e il palazzo Petroso di Pollicarini, risalente al XV secolo) e la Piazza Duomo con il palazzo settecentesco del barone Varisano, affiancato dalla chiesa di San Michele, (già moschea araba con facciata in stile coloniale spagnolo), e la chiesa Madre. Lo storico edificio fu costruito per iniziativa del nobiluomo e mecenate Francesco Rotundo il quale elargì, a tale scopo, la somma di 18.000 scudi, al fine di richiamare a Castrogiovanni i Gesuiti, ai quali affidare l’educazione e l’istruzione dei giovani. La fabbrica ebbe inizio nel 1614 ed ultimata nel 1684, così come risulta da un’incisione nell’architrave del balcone centrale lato sud del palazzo. Le attuali strutture risalgono probabilmente ad un restauro effettuato dagli stessi Gesuiti nell’anno 1743, come attesta una scritta su pietra, ancora visibile nel cortile interno, recante lo stemma dell’Ordine e la scritta A.M.D.G. (Ad Maiorem Dei Gloriam), rispondente al motto dei Gesuiti. Per quasi un secolo, dopo il Decreto Papale del 1773 di soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, e fino all’Unità d’Italia, s’insediarono le monache Clarisse nei fabbricati già appartenuti alla Compagnia di Gesù così che tutto il complesso prese il nome di Santa Chiara. Il Comune, sin dal 1864, adibì l’immobile a scuola pubblica, prima dell’acquisizione al demanio dei beni degli Ordini monastici (ancor prima delle leggi eversive post unitarie del 1886-1867), grazie a una speciale concessione da parte delle stesse Clarisse. Le scuole ginnasiali iniziarono a funzionare, come detto, dal 1891. L’imponente edificio si estende su quattro lati, di cui uno attiguo con la secentesca chiesa di S. Chiara, oggi sacrario dei caduti in guerra. I prospetti che si affacciano su via Bagni, via S.Chiara e via Roma hanno la caratteristica di contenere 3 balconi asimmetrici di cui quello di via Roma (vedi foto) conserva ancora la struttura originaria barocca in pietra locale intagliata, abbellito da una pregevole inferriata in ferro battuto.

Salvatore Presti


(La parte storica del testo è stata pubblicata nel Giornale di Sicilia il 6 settembre 2006 e successivamente nel volume “Enna, il filo della memoria”, dello stesso autore, edizione NovaGraf, 2013).


Salvatore Presti Enna

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