Autodromo di Pergusa al bivio
di Massimo Greco
Il 2016 è l’anno in cui si dovranno prendere necessariamente alcune decisioni e tra queste certamente anche quella di individuare un futuro sostenibile per l’Autodromo di Pergusa. La crisi in cui versa questa risorsa del territorio, che certamente dipende anche da dinamiche tutte interne a questa tipologia di sport, costringerà langovernance ad ipotizzare modelli alternativi a quello fin qui utilizzato. Peraltro, come già detto in passato, l’atipicità (rectius, ibrido) del modello giuridico utilizzato, in forza di una ardita previsione dello statuto ha scoraggiato quella spinta imprenditoriale insita nella veste aziendale del Consorzio Autodromo di Pergusa.
La governance che nel tempo si è avvicendata ha preferito adagiarsi sul modello del Consorzio di enti locali sia ai fini ordinamentali che ai fini contabili e finanziari. E’ arrivato il momento di sciogliere i nodi che questo ibrido istituzionale comporta, tenendo ben presente che dalla natura giuridica dell’ente (pubblica, pubblica aziendale, mista pubblica-privata, privata) dipenderanno tante altre cose, sia strettamente connesse all’ipotesi di sviluppo dell’autodromo che applicative delle numerose disposizioni statali e regionali in materia di contenimento della spesa pubblica, appalti dei beni e servizi, trasparenza e anticorruzione, procedimento amministrativo, rapporti di lavoro, reclutamento risorse umane ecc…
Ma ciò che, probabilmente, sfugge ai più è che l’opzione per una scelta diversa da quella pubblica farebbe perdere inevitabilmente il contributo economico annuale di cui gode il Consorzio Autodromo di Pergusa che ammonta ad euro 400 mila. Solo il modello pubblico, qual’è il Consorzio di enti pubblici, può giustificare un siffatto intervento economico. Nelle altre ipotesi, l’ausilio fin qui ricevuto configurerebbe un ingiustificato aiuto di Stato ad un operatore economico vietato dalle norme comunitarie.
Alla politica l’approfondimento e le conseguenziali decisioni, senza dimenticare che dei due enti locali rimasti e non morosi l’unico in grado di fare scelte politiche e di dare indirizzi è il Comune di Enna, atteso che non è così scontato che l’ex Provincia regionale di Enna possa continuare a sostenere una partecipazione per un’attività non strettamente connessa alle funzioni amministrative riconosciute recentemente dal legislatore regionale. Né può essere fatto riferimento alle funzioni amministrative non previste dalla legge ma dallo statuto, considerato che il libero Consorzio comunale non è un ente territoriale di governo e come tale non esercita, al pari della soppressa Provincia regionale, funzioni a finalità generale non espressamente previste dalla legge.