Oltre un mese di ipotesi, voci e non poche polemiche. Dietro il commissariamento della Fondazione Kore dal 18 dicembre ad oggi si è fatto un gran discutere e la scelta finale da parte della Prefettura di Enna con firma del vice prefetto vicario Giallongo non fa altro che portare a termine il procedimento iniziato dall’ex prefetto di Enna Guida a cui vengono riconosciute le motivazione del suo agire.
Un procedimento che non va collegato all’altro processo penale avviato dalla Procura sulla malversazione ma che certamente va inquadrato tra i compiti della Prefettura che sulle fondazioni ha competenza di vigilanza.
Ma in queste ore stanno venendo fuori ulteriori novità, una su tutte sul passato perchè ancor prima di Guida anche i suoi predecessori, e quindi gli ex titolari della Prefettura di Enna Perrotta e Minerva, avevano tentato questo percorso.
La dottoressa Perrotta chiese un parere all’avvocatura distrettuale che, però, evidenziò come doveva essere il Ceu ad obiettare in quanto ne esercitava la vigilanza. Una valutazione più di merito che di legittimità, insomma, di fronte alla quale l’allora prefetto si fermò così come avvenne con la dottoressa Minerva.
Con l’arrivo di Guida, complice i già precedenti pareri, l’ex prefetto oggi trasferito ad Isernia studiò e trovò un escamotage che mettesse in evidenza i fatti oggi contestati e che si sono rivelati utili ad indurre la Prefettura a commissariare la Kore per sei mesi legittimando così il lavoro avviato da Guida e completato dalla Prefettura in segno di continuità.
Ma intorno a questa vicenda in queste settimane si sono sviluppate nuove storie e tanti dubbi di chi ha inteso collegare a questa attività i motivi del trasferimento di Guida dalla Prefettura di Enna tanto che il Movimento 5 Stelle ha anche presentato delle interrogazioni alla Camera e al Senato per chiedere lumi al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul perchè il trasferimento sia arrivato quasi a sorpresa e nel bel mezzo di un’attività di controllo che tanta attenzione, non solo mediatica, ha richiamato.
Ma è stato anche chiesto perchè non è seguita una nuova nomina. A queste domande non è ancora giunta risposta anche se i bene informati ipotizzano una strategica attesa per acquietare le acque e dimostrare che in fondo nulla di oscuro si nascondeva. Ipotesi, quest’ultima motivazione, in attesa che dal ministro venga fatta chiarezza sull’intera vicenda che si è dunque conclusa – per ora – con il riconoscimento di quanto ipotizzato da Guida.
William Savoca