Enna. Sulla TARSU 2009/2010 il tempo stringe
di Massimo Greco
Mentre l’atteso parere dell’esperto Prof. Pignatone richiesto dal Sindaco Di Pietro in ordine alla legittimità degli avvisi di accertamento trasmessi dall’Ufficio Tributi alla vigilia di Natale dello scorso anno tarda ad arrivare, i contribuenti stanno entrando in fibrillazione. Alle soluzioni più disparate, alcune delle quali da cestinare senza indugio, si contrappone la fredda ed inesorabile maturazione dell’intervallo temporale entro cui proporre l’eventuale ricorso. Tutte le famiglie ennesi hanno infatti ricevuto le notifiche degli accertamenti nel mese di dicembre e quindi sarebbe stato utile, se non corretto, che il Comune si esprimesse ufficialmente prima dello scadere del ’60 giorno. A questa fase di stallo si aggiunge una valutazione serena ed intellettualmente onesta delle cose. Sperare che il Comune possa annullare in autotutela quanto fatto equivale a sperare sulla clemenza di un creditore che rinuncia al proprio credito. Ma questa ipotesi, di remota configurazione anche in ambito privatistico, diventa quasi impossibile allorquando il creditore è un Ente pubblico, per il quale vige il principio dell’indisponibilità tributaria. In sostanza, per il Comune le entrate tributarie non sono negoziabili, pena il rischio d’incorrere in responsabilità per danno erariale. A questo si aggiunge che anche in presenza di una procedura riconosciuta dallo stesso Comune come viziata da illegittimità, l’annullamento in autotutela dei relativi accertamenti notificati rimane pur sempre un attività discrezionale basata sulla valutazione del concreto interesse pubblico alla rimozione di tali atti. In tale contesto, il Comune sarà costretto, nella comparazione degli interessi in gioco – quello pubblico connesso alla stabilità finanziaria dei propri conti e quello patrimoniale dei singoli contribuenti – a far prevalere il primo, anche a costo di soccombere ai numerosi ricorsi che i contribuenti si preparano a presentare. Con quali somme il Comune remunererebbe il servizio che per il biennio 2009/2010 la società d’ambito “EnnaEuno” ha regolarmente assicurato? Con debiti fuori bilancio? Più facile a dirsi che a praticarsi!
Ai contribuenti non resta quindi che presentare istanza di reclamo/ricorso al medesimo Comune, che avrà 90 giorni di tempo per esprimersi, magari facendo tesoro del parere che il Prof. Pignatone, prima o poi, consegnerà. Il Comune avrà tre opzioni. 1) Non riscontrare l’istanza di reclamo facendo maturare infruttuosamente i 90 giorni (ipotesi del silenzio rigetto); 2) Accogliere il ricorso annullando l’avviso di accertamento (ipotesi da escludere per le ragioni sopra esposte); 3) Accogliere solo parzialmente il ricorso chiedendo al contribuente di pagare la tariffa pari a quella del 2003 (ultimo tributo legittimamente approvato secondo il Comune). Nella prima ipotesi la partita si sposterà presso la Commissione Tributaria in cui dovrà essere depositata copia conforme del ricorso già presentato al Comune. Stessa procedura si dovrà seguire nel caso in cui il contribuente non accetterà la proposta del Comune di pagare la tariffa del 2003, ritenendo la pretesa tributaria comunque tardiva.
Così è (se vi pare) parafrasando l’opera teatrale di Luigi Pirandello.