Le donne lo sanno, dopo una lunga giornata in moto, al sole, al mare, dopo il divertimento, i capelli non si lasciano attraversare dal pettine, ostinatamente si aggrappano gli uni agli altri in nodi inestricabili, quasi gordiani.
I nodi, infine, vanno sciolti o drasticamente tagliati. L’ho sempre sostenuto, in alcuni casi va immediatamente messo in atto un deciso taglio, un coraggioso atto alessandrino di cesura col passato.
Questa è la situazione del sistema dei rifiuti ad Enna, i nodi, creati dal vento di una lunga gestione del tutto disattenta alle fondamentali regole del buon governo della cosa pubblica, sono oggi al pettine.
Se ne sono accorti i sindaci, alcuni da gran tempo altri da meno, se ne è finalmente accorto il Sindaco di Enna, Maurizio Di Pietro, al quale più volte avevamo detto che affidarsi all’ATO era cosa perigliosa.
Il Sindaco, dopo l’ennesimo incontro messo in atto per garantire gli emolumenti dell’immensa platea di impiegati ed operatori e scongiurare così una crisi della raccolta, è passato direttamente in Questura ove ha rassegnato le sue preoccupazioni.
Non ci piace dire l’avevamo detto, ci piace molto di più dire “finalmente”, la scelta del Sindaco la condividiamo. Egli rappresenta il socio di maggioranza di una struttura voluta da una legge che abbiamo criticato sin dalla sua promulgazione, che ha consentito la creazione di una struttura mostruosa, gigantesca, costosissima, capace di tagliare ogni possibile strada verso una gestione compatibile e sostenibile del ciclo dei rifiuti.
Clientela, inefficacia, presupponenza, senso di onnipotenza, hanno governato l’ATO rifiuti per anni. Non ultima la scellerata scelta di far transitare l’intero organico di Sicilia Ambiente nella pianta organica della struttura pubblica creando i presupposti per una micidiale bomba ad orologeria.
Oggi non abbiamo contezza alcuna del vuoto economico e finanziario venutosi a creare, milioni e milioni di Euro, danaro sottratto alle tante altre opportunità di un territorio invecchiato, quasi incapace di dare futuro ai suoi figli.
Se solo avessimo speso seriamente sull’ambiente un decimo di quel che quella macchina insaziabile ha divorato e divora saremmo ai primi posti in Europa. Se il debito accumulato è di 200 e passa milioni, così come parrebbe dalla lettura di carte ingarbugliate e confuse, saremmo dinanzi a qualcosa come un bilancio medio della Provincia di Enna moltiplicato per dieci.
E quel che è stato fatto sul territorio? Una discarica comunale esaurita per non aver mai pensato a mettere in atto le strategie di differenziazione del rifiuto, 32 discariche in post mortem in tutto il territorio provinciale, centri comunali di raccolta ridotti a discariche malsane, il Centro Intercomunale di Gagliano mai aperto e poco a poco smantellato dai vandali e dai ladri, il Centro di Compostaggio di Dittaino fatto lavorare per anni con frazioni provenienti da fuori del territorio, i partner (la discarica privata di Misterbianco o la Morgans) oramai costretti a chiudere le porte per la cronica incapacità di pagare.
Poi, la sfacciataggine con la quale l’ATO si è proposta a gestore della raccolta differenziata ad Enna. Un esercito in rotta che tenta di fare una parata con armi scintillanti. I suoi ufficiali che vestono logore uniformi per andare in giro a decantare le lodi di un sistema che non solo non funziona ma che ha letteralmente saccheggiato le nostre case a favore delle loro. Gente usa a percepire stipendi da favola senza battere ciglio, gente che ha sempre visto la possibilità fornitagli di godere del benessere ad altri negato come un diritto di nascita, sancito dalla personale appartenenza a questo o a quel clan politico.
Bene, il Sindaco ha rotto il vaso di Pandora, detiene un congruo pacchetto di azioni di questo carrozzone. Che porti i libri in Tribunale, che proceda di forza ad un’azione necessaria ed improrogabile, che si chiuda finalmente con questa allucinante comparsata.
Non ci piace l’idea della srl pubblica, non ci pare possa infine dare il via ad un sistema nuovo, ma sappiamo che almeno si potrà mettere un punto a quanto sin qui perpetrato. Faremo come sempre le nostre proposte, articolate, confrontate con leggi che non sempre ci piacciono ma che leggi sono, improntate sempre su semplici ed efficaci regole.
Lo ripetiamo, non ci piace dire che l’avevamo detto, ma adesso attendiamo con trepidazione le mosse di un Sindaco che così ci piace un po’ di più.
Giuseppe Maria Amato
Legambiente Sicilia