Del clientelismo la nostra gente è vittima? tutt’altro!

Del clientelismo la nostra gente è vittima? tutt’altro!

di Enzo Cimino

 

Berlusconi fa ritorno a Palermo, salutato da oltre mille sostenitori per annunciare il suo cambio di rotta nel grande mare piatto e senza venti forti del Centrodestra. Pensa di risalire Sud e Centro- Nord con vento in poppa soffiato dai siciliani, così come nel lontano ’94 del 61 a 0. Il raduno di Forza Italia fa venire in mente altri eventi politici. Grillo anni fa passava a nuoto lo stretto di Messina con ripresa televisiva, acclamato in ogni paese e luogo. Almirante nella prima metà degli anni ’70 faceva il pienone delle grandi piazze delle nostre Città, osannato per i suoi toni eversivi. I momenti elettorali con Leader del Centrosinistra di rado avevano tale successo, ma quante emozioni davano Berlinguer e Moro. Prevaleva quel siciliano col cuore che batteva a Destra. E oggi? Gli appelli palermitani di Berlusconi al suo popolo azzurro animano non più di tanto, le nuotate di Grillo non sono in programma e la neo Destra radicale di Salvini non scuote ancora. In tempi poveri crocettiani, il Centrosinistra tira a campare nei Palazzi del Potere e s’alimenta appena di Liste locali per Sindaci fai da te, di notabilati eterni, di presidi elettorali con capicordata e dei parlamentari dotati di personale rete territoriale. Altro non è dato sapere. I Partiti non sono dotati né di contenuti né contenitori; soffrono i mali remoti, facili da scoprire ma difficili da sanare. Per ragionarci di quel tanto, focalizziamo il consenso elettorale che in Sicilia è la risultante d’un agire “scientifico” fatto di una rete di rapporti umani diretti,   d’aiuti per dare “risposte”, di interventi centrati, di sodalizi di micro e macro interessi. Tutto ciò è il compendio del CLIENTELISMO, ben radicato nella Storia di questa terra. Lo sanno bene coloro che con intensa passione civica s’approcciano alla Politica,   scoprendo quanto sia difficile conquistare voti consistenti in ragione d’idee e programmi di sviluppo. Ma siamo sicuri che tutta le colpe dei nostri mali ricadono sul mondo degli Eletti nella Vita Pubblica? Nossignore! Parliamo dei nostri elettori, classificandoli in modo grossolano in più aree.

a). Gli Stizzosi a tempo indeterminato, che si tengono lontani dalla politica aperta, tollerante, riformista. Si mostrano con due varianti: gli Arrabbiati ccu cutugnu perché chiedono ai politici, ma nulla ottengono; gli Arrabbiati puri perché hanno senso civico ma sono scarichi e delusi.

  1. b) Gli Indifferenti, che si tengono ben lontani dalla vita pubblica, e non sempre vanno a votare, a meno si tratta di fare un favore all’amico.
  2. c) Gli interessati, che stanno dentro la politica perché hanno o sperano di procurarsi favori, privilegi, vantaggi per sé o per persone a loro vicine. Sono iperattivi, canalizzando voti, coinvolgendo gruppi, facendo tessere di partito, tenendo il telefonino appiccicato all’orecchio.

Stizzosi permanenti, indifferenti e interessati realizzano in Sicilia un quadro politico dentro cui è durissimo avanzare politiche di buon governo verso tutti, e sostenute da storie personali coerenti e dignitose. In un tale contesto dominano cacicchi e capicordata della politica. Sono i signori del consenso che guidano le nutrite tribù dei loro fedeli. Non si stancano in promesse e favori, premono su pratiche della Pubblica Amm.ne, raccomandano per dare incarichi. Si sovrappongono su tutto, dandosi un ruolo che li porta spesso ai confini tracciati dalle Leggi, dalle Regole e Principi di Trasparenza. Loro spesso non inchiodano i piedi, è vero, ma chi li spinge? Quante volte mi sono sentito dire: “Chi ci guadagnu? Tantu tutti i stissi sunu!” oppure “m’attocca pirchì vugliu risposti!”. È una frase tremenda e violenta, che umilia i valori storici della Democrazia. L’elettore siciliano, in maggioranza non vocato al Cambiamento, fa prevalere questa logica perversa che crea un sistema ove i nostri politici si formano ed operano instancabilmente. Non s’è sinceri sostenere che l’elettore medio dominante sia immune da colpe perché, nel bene e nel male, sono loro a darci una classe dirigente. C’è pure chi vota con spirito libero per scelte autonome. Ma è minoranza senza possibilità e d’influire!

Il cerchio del nostro ragionamento si può, a sto punto, chiudere con la chiave dei moralisti che si guardano l’ombelico. Sarebbe semplice e liquidatorio, giacché noi siciliani dovremmo analizzarci scavando dentro di noi per scoprire la dura realtà. È, questa, intrisa in Paesi e Città pure di povertà culturale che fa della Politica lo spazio in cui allignano ambizioni e interessi individuali, dando il modo per sentirsi primi attori nell’Isola dominata da sfiducia, apatia e abbandono. Ho avuto detto più volte da persone di spessore, per bene e dinamiche: “mi mintu in politica ppa arrinnesciri!”. Sono stati a poco a poco risucchiati nel clientelismo divenendo sempre più aridi, spregiudicati con modi supponenti e arroganti. Una metamorfosi in nome di un realismo a loro “comodo”. È impossibile resistere alla moltitudine d’elettori siciliani che si vendono ppi nenti, sono volatili, che per loro l’eletto, con il suo stesso voto, è mangiataru e tira ppò so cavigliuni? Parrebbe, ahinoi, di sì.

La soluzione, in ogni caso ci è nota. E “ i politici” lo sanno, se non si vuole prendere la comoda scorciatoia della demagogia! È nota a eletti ed elettori: CULTURA RIPROPOSTA GIORNO PER GIORNO. Traducendo: studio-ascolto-impegno-valori di vita-passione civica-tolleranza-impegno sociale-rigore comportamentale.

E’ questo modello di Cultura Politica che può sfidare la subcultura del clientelismo.

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