Comune Enna. Corte Conti: stop concessione gratuita impianti sportivi
di Massimo Greco
Oggi gli enti locali hanno un importante consulente a cui possono rivolgersi a titolo gratuito per acquisire pareri in ordine all’interpretazione di disposizioni di legge e di principi generali dell’ordinamento in relazione alle materie prospettate dal richiedente: la Corte dei Conti. I pareri della Corte dei Conti, che oltre ad essere caratterizzati da professionalità certa e indiscussa autorevolezza istituzionale attesa la terzietà dell’approfondimento richiesto, non sono vincolanti e, come tali, possono essere disattesi a condizione però che l’Organo comunale responsabile del correlato procedimento amministrativo ne motivi espressamente le ragioni nel corpo dell’adottando provvedimento.
Così non è stato, ad esempio, in occasione del parere richiesto alla Corte dei Conti dal Comune di Enna in ordine alla possibilità di approvare con effetto retroattivo l’articolazione tariffaria della TARSU per l’anno 2009. Com’è infatti noto la Corte dei Conti rispose negativamente al quesito, pur prendendo atto dello stato di dissesto finanziario in cui versava il Comune nell’anno 2009. Nei successivi atti presupposti all’articolazione tariffaria, oggetto del contenzioso ancora in atto con migliaia di contribuenti, non vi è infatti traccia né del citato parere richiesto né, tanto meno, delle ragioni per le quali il Comune ha inteso dissentire, approvando comunque le tariffe TARSU 2009 oltre il termine previsto dalle leggi per l’approvazione del bilancio di previsione per il medesimo anno.
La Corte dei Conti è stata interessata recentemente anche dall’attuale Amministrazione comunale in ordine alla possibilità di istituire ed attivare, tra i servizi a domanda individuale, alcuni impianti sportivi (piscine, campi da tennis, campetti di calcio). Il Comune ha quindi fatto presente, nell’ambito di detti impianti sportivi, di avvalersi direttamente delle diverse società che usufruiscono degli impianti stessi per garantire le spese di manutenzione ordinaria e, talvolta, anche straordinaria, nonché le spese di vigilanza e custodia che altrimenti non potrebbero essere assicurate dal Comune per carenza di personale e di apposite coperture finanziarie. L’autorevole Organo consultivo, con apposito parere depositato lo scorso 9 marzo a cui si rimanda per una lettura completa, ha rappresentato che l’assegnazione senza un adeguato corrispettivo, ovvero l’omessa previsione di un canone di concessione, si configuri come una scelta antieconomica e dannosa, in presenza di spese che non trovano copertura con i canoni versati dai concessionari, ovvero in presenza di condizioni economiche non remunerative, che possono esporre l’amministrazione locale a perdite gestionali crescenti.
In sostanza, in assenza di un canone di concessione, non solo non potrà essere attivata alcuna forma di gestione privatistica dell’impiantistica sportiva comunale, ma quelle eventualmente in atto dovranno immediatamente cessare, pena la configurazione di un danno per l’erario.
Sarà considerato anche questa volta carta straccia il parere della Corte dei Conti? Non ci resta che aspettare e verificare.