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E’ dovere di ogni cittadino andare a votare

referendumLe previsioni della vigilia dicono che lo scoglio del “quorum” rimane alto e che il referendum ha notevoli probabilità di naufragare nel mare dell’astensionismo. Ma, come ha sottolineato il presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, è dovere di ogni cittadino andare a votare. Quanto è importante andare a votare Sì o No il 17 aprile o al Referendum Costituzionale in autunno? Tanto. Non per altro, per evitare che il voto diventi un ricordo e che in futuro le occasioni di votare siano sempre più rare. Il referendum sulle trivelle, dopo molto tempo di sostanziale disinteresse mediatico (“oscuramento”, affermano i suoi promotori), e di scarsissima considerazione da parte dell’opinione pubblica, per fortuna è salito al centro del proscenico “grazie” all’ex ministro Guidi. Qualcuno ricorderà che a fine marzo la Serracchiani e Guerini dichiararono che il referendum sulle trivelle è inutile e il Pd ha invitato all’astensionismo. Roba da fare accapponare la pelle per il semplice fatto che sia proprio la sinistra a invitare a disertare le urne, anche se non possiamo dimenticare l’invito di craxiana memoria: andate al mare. Abbiamo l’impressione che da qualche anno, pezzo per pezzo, stiano cancellando la democrazia rappresentativa ed è probabile che il referendum diventerà uno dei prossimi orpelli che cercheranno di eliminare. Soprattutto quello Costituzionale. Intanto, vogliamo ricordare che il 25 settembre 2015 l’Ars ha detto NO al referendum sulle trivelle. O meglio, il Pd di Crocetta ha detto NO al referendum. Sembra un dettaglio ma non lo è: un conto è dire no al quesito e quindi opporsi ad una determinata proposta, un altro conto, ben più grave, è impedire ai cittadini di esprimersi. A dire no alla proposta di referendum, oltre a Pd e al Megafono, è stato persino Crocetta. Per fortuna, grazie anche alla Basilicata, Puglia, Marche, Molise e Sardegna, alla fine il referendum si farà, ma se fosse stato per il Pd siciliano il fatto che ci trivellino o meno il territorio non è questione sulla quale chiedere l’opinione dei cittadini. E’ questo il rischio che si corre quando si delega troppo ad altri, quando si dà troppa fiducia a chi abbiamo contribuito a eleggere. Ti fregano quando meno te ne accorgi, basta un attimo. E se in Sicilia non volevano che si facesse il referendum, questo è un motivo in più per recarsi domenica alle urne, indipendentemente dal SI e dal NO. Se ci invitano ad astenerci c’è un problema e non di poco, vuol dire che c’è puzza di bruciato; a nostro modesto avviso, non è mai inutile chiedere a un cittadino come vuole essere governato. Ma questa classe dirigente sta diventando talmente autoreferenziale da considerarsi utile e onnipotente. La democrazia sta diventando un optional. Domenica e ad ottobre si deve andare a votare per evitare che un giorno ai nostri nipoti potremo raccontare delle ultime volte che è stato possibile farlo.

Giacomo Lisacchi

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