Dipingere. Con gli occhi non solo coi pennelli. Dipingere il proprio futuro in prospettiva di meraviglia. I ricordi sono acquerelli del nostro passato che portano languida malinconia ai nostri giorni e creano i cavalletti e le tele bianche del dipinto da creare.
Come i bambini che dipingono con le dita, prendendo i colori a grosse manciate, tappezzando di colore il bianco e il nero per strappare l’inettitudine alle menti fredde… così dovremmo fare, sempre, al di sopra del grigiore e del bruttezza che ci circonda.
Sparare a raffica sprazzi di colore a ogni occasione a tutti i livelli e a ogni volto; e quando proprio il colore non ci sta bene addosso, almeno “coloriamo” di bianco e nero e sfumature di grigio, ma con tante tantissime sfumature, così da immedesimarci in ogni gradazione di grigio, per ritrovare un proprio grigio a secondo dello stato d’animo in cui ci si trova.
E ancora, se il colore non c’è e neppure i grigi sono possibili, facciamo alla Fontana, due tagli obliqui sulla tela a rappresentare la via d’uscita (o di entrata) per crederci ancora.
Dina La Greca
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