Piangere. Perdiamo la capacità di piangere spontaneamente abbandonando l’età infantile. Il mondo ci vuole forti, vincenti, combattivi e mai fragili. Perché di questo si tratta, piangere ci espone al mondo come fragili e insicuri, e ce ne guardiamo bene dal mostrarlo.
E’ evidente che in età adulta ci mostriamo impermeabili alle reazioni emotive e istintive, e il controllo che attuiamo sulle reazioni fa parte di quella sfera intima che costituisce l’armatura di un essere umano maturo.
Armatura o crosta, più o meno spessa, che ci difende dall’esterno proteggendo il nostro nucleo emotivo. Ed, però, meraviglioso quando, in un attimo, le barriere e le protezioni costruite cadono di fronte ad un evento o una persona capaci di frantumarle in sol soffio; qui si racchiude la vera essenza umana, quella più intima che, anche a ragione, viene protetta come tesoro in un forziere.
Per un infante il pianto è comunicazione, per un adulto lo è altresì?
Dina La Greca
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