Il mio avversario è un bastardo. Desidera il sistema elettorale maggioritario, così che i miei convincimenti non possano più avere dignità di rappresentanza; vuole abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e con esso i sindacati, perché crede che entrambi abbiano una qualche influenza sulla stagnazione economica; è persuaso addirittura di una cosa che io non mai compreso fino in fondo, ovvero che la pratica “non violenta” sia conciliabile, talvolta, cin il sostegno alle imprese militari degli Stati.
Sì, il mio avversario è un bastardo, però che grinta che ha. Corre, parla, legge, scrive, inventa campagne. Lotta, con tutto se stesso, letteralmente; lotta per affermare princìpi che fanno a pugni con i miei, e la cosa incredibile è che il suo partito perde sempre, il mio pure, ma le politiche che lui adotterebbe se potesse farlo in prima persona sono in larga parte attuate dai governi che si succedono e, in ogni caso, contraddistinguono ormai le aspirazioni di massa della società in cui sono immerso.
Sì, il mio avversario è un bastardo, ma fa politica, e io lo stimo. Mentre a voi compagni, a voi che adorate esercitarvi nella pratica della ventilazione delle vie aeree, a voi che avete scambiato il commento con la partecipazione e la lettura di un post con l’indagine e l’approfondimento, a voi che non ammainate la bandiera della foto profilo solo per non fare i conti con i vostri fallimenti, abdicando così alla possibilità di effettuare una ri-partenza, di riprendere da lì un nuovo cammino, a voi che seguite i cortei in streaming ma non avete mai preso parte ad una manifestazione il cui concentramento fosse stabilito ad una distanza superiore ai tre chilometri dal vostro caldo lettuccio singolo che ogni mattina la mamma vi ricompone, malgrado abbiate venti, trenta, quarant’anni, a voi che avete una fottuta paura di tutto e di tutti, che se pensate di poter soffrire e un giorno morire sbiancate in volto, eppure aborrite l’empatia, l’immedesimazione con la sofferenza altrui, nemico e non avversario perché è più facile così, più congeniale alla vostra crassa ignoranza.
A voi, compagni. A voi vi schifo, mi nauseate, ma non mi fate pena, no. Quel sentimento non ve lo concedo, non oggi che il mio avversario è morto.
Carmelo Albanese