Era Fellini quello che meglio sapeva raccontare i mille modi di vivere dell’essere umano, lo ha fatto in ogni anfratto cinematografico, con ogni mezzo e ‘maschera’; amato o criticato amaramente, da lui non si prescinde, si passa inevitabilmente dal suo genio, fosse solo per discostarsene freddamente.
In “Amarcord” mette in scena ogni possibile tipologia di uomo e donna, ogni sentimento, perversione o bisogno, tutte le migliori o peggiori reazioni alla vita; come la straordinaria scena del ben noto Ciccio Ingrassia che impersona lo zio folle che si arrampica su di un altissimo albero in campagna per gridare al mondo il suo bisogno di amore chiedendo, gridando “Voglio una donnaaaaaaa” “Voglio una donnaaaaa” per diversi minuti della pellicola. Il rammarico della gente del borgo, lo sconvolgimento per cotanta limpidezza d’animo, la vergogna della famiglia, che sebbene sappia della demenza del parente, si schernisce dietro un dito per non affrontare la dura realtà, la follia e la sue verità.
Dina La Greca
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