Fedeltà alla Repubblica
di Massimo Greco
Rinfrescare la memoria sul concetto di Stato ai tempi in cui lo stesso veniva definito da Hobbes “Il Leviatano” può essere utile, soprattutto per ricordare la nascita della Repubblica Italiana attraverso l’odierna celebrazione. Secondo Hobbes lo Stato rappresenta la forma razionale dell’esistenza sociale dell’uomo, in quanto garante dell’ordine e della pace sociale, che è l’unico interesse che tutti gli individui viventi in società hanno in comune. Secondo Locke lo Stato è un arbitro imparziale al di sopra delle parti che impedisce la degenerazione della società naturale, cioè retta soltanto dalle leggi della natura o della ragione, in uno stato di conflitti permanenti e insolubili. Secondo Rousseau lo Stato è l’espressione della volontà generale attraverso la quale ciascuno, rinunciando alla libertà naturale in favore di tutti gli altri, acquista la libertà civile o morale ed è più libero di prima.
Secondo Kant è il mezzo attraverso cui è possibile dare attuazione empirica al principio giuridico ideale della coesistenza delle libertà esterne, onde uscire dallo stato di natura ed entrare nello Stato. Il rovesciamento del rapporto tra società civile e Stato operato da Marx rispetto alla filosofia politica di Hegel, segna una vera e propria rottura con tutta la tradizione della filosofia politica moderna. Da qui, i germi di quel pensiero che porterà alla concettualizzazione del principio di sussidiarietà che caratterizza, oggi, ogni forma di federalismo dello Stato.
Il processo di democratizzazione dello Stato moderno ha generato la Repubblica, verso la quale i cittadini devono assicurare fedeltà. In sostanza, i cittadini – che sono tali per avere consapevolmente ceduto quote delle proprie libertà individuali – rappresentando una delle due parti del “patto sociale” – devono garantire il rispetto degli impegni assunti in forza di quei principi di derivazione contrattualistica di buona fede e trasparenza. Esseri fedeli alla Repubblica significa quindi contribuire a tenere saldo il legame democratico e rappresentativo ed a preservarne l’integrità delle relative Istituzioni. Ma poiché il “patto sociale” è un processo complesso e dinamico, ai cittadini viene richiesto di più. L’adozione di comportamenti e stili di vita concretamente orientati alla partecipazione ai processi decisionali. In tale contesto, mentre la partecipazione al voto democratico è l’esempio più pregnante di “senso civico”, l’esercizio del “controllo sociale” sull’operato di chi esercita funzioni pubbliche nella pubblica amministrazione – più recentemente introdotto nell’ordinamento con le leggi anti corruzione – rappresenta la forma più avanzata di fedeltà alla Repubblica.
Proprio quella medesima “partecipazione” auspicata e cantata da Gaber, con la sola differenza che oggi, per essere più liberi bisogna essere più fedeli alla Repubblica.