A Orlando un uomo, schifato per un bacio, ammazza una cinquantina di gay.
In Francia il tifo si fa schifo.
A Londra un purista della razza si leva una radical chic sostenitrice dell’integrazione.
In Italia per non essere da meno si offre il Mein Kampf in attesa del memoriale di Pol Pot.
Si fa così. Si semina odio, nella speranza che germogli in qualche mente turbata e poi si dice “la liberta d’opinione è sacra!”.
L’odio fa proseliti, smuove le coscienze, trasforma il gruppo in branco, sempre e ovunque e allora avanti con Trump che vuole torturare i parenti dei presunti terroristi e Salvini che inneggia alle ruspe e “tanto sono tutti uguali, rubano tutti alla stessa maniera…” perché la colpa non è mai dei Cattivi Maestri ma sempre degli stupidi allievi!
Il sangue che scorre a Orlando, Parigi, Leeds è frutto dell’odio, vomitato nel sottobosco mediatico e catodico, dai pifferai astuti e irresponsabili e l’appello alla follia è ragionato, come la follia di chi spara, come il metodo del demagogo che difende i cristiani dai musulmani, gli occidentali dai migranti, gli anziani dai giovani, le donne dagli uomini, l’identità dalla ragione o anche in ordine inverso; non importa. Importa solo il meschino vantaggio elettorale o il numero di like.
Gabriella Grasso
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