Shakespeare, dai sonetti. La sorte

Handel cesare paingero sorteNon dalle stelle i miei giudizi spicco,
eppur qualcosa so di astrologia
ma non a contar buona sorte o trista
di stagioni di pesti o carestie;
né so additar minuto per minuto
a ciascuno il suo tuono e pioggia e vento
o come andrà coi principi il futuro
per fitte profezie che in ciel rinvengo;
ma dai tuoi occhi il sapore derivo,
stelle costanti, e vi leggo tal arte:
fede e bellezza cresceranno unite
se da te stesso ti volgi in vivaio.
O il pronostico è questo: a beltà e fede
darà la fine tua destino e termine.


William Shakespeare

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